Da Repubblica.it arrivano i numeri previsionali per il 2009 relativi all’ economia italiana. E sono cifre record, in tutti i sensi.
Il Pil si contrae dell’ 1,7% (ma non è escluso che ci spossa essere un ritocco dell’ ultima ora per portarlo al -2%, come prevede la Commissione Europea), il deficit sale al 3,7% e il debito pubblico aumenta di quasi cinque punti balzando al 111,2%. In più, una pressione fiscale ai livelli record (43,3%). Sono queste le nuove stime 2009 del governo inserite in una bozza dell’ aggiornamento del Programma di stabilità italiano. Il documento, secondo quanto si è appreso, sarà portato domani dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti all’ esame del Consiglio dei Ministri prima dell’ invio alla Commissione Europea di Bruxelles.
“La debolezza della fase congiunturale – è scritto nella bozza della nota informativa che accompagna il nuovo Programma di stabilità – è prevista perdurare nei primi tre trimestri del 2009, con un recupero a partire dall’ ultimo trimestre dell’ anno. Nel complesso, rispetto alla Relazione Previsionale e Programmatica, le prospettive sono riviste al ribasso per il 2008 e per il 2009, rispettivamente di 0,7 punti e di 2,2 punti percentuali: il pil è atteso registrare una contrazione pari a -0,6% nel 2008 e -1,7% nel 2009. Minore crescita è attesa anche per gli anni seguenti“.
PRESSIONE FISCALE IN AUMENTO
La pressione fiscale tornerà quest’ anno a livelli record, nonostante un calo del gettito in termini assoluti. La riduzione della crescita economica porterà questo rapporto di nuovo al 43,3%, cioè al picco registrato nel 2007 dal precedente governo. E’ questa una delle nuove stime stilate dal governo, previste dalla bozza del Programma di stabilità.
GETTITO FISCALE IN CALO
Nella bozza della nota informativa che accompagna il Programma di stabilità, è scritto che il 2009 registrerà un calo del gettito fiscale del 2,2%. Nonostante questo, ci sarà un aumento della pressione fiscale che tornerà dal 43% del 2008 al 43,3% del 2009. Come nel 2007, sarà il livello più alto, se si esclude il 1997, cioè l’anno in cui gli italiani pagarono l’ Eurotassa (43,7%).
La pressione fiscale, cioè il rapporto tra le tasse incassate e la ricchezza prodotta dal paese, tornerà a scendere sotto la soglia del 43% solo nel 2013 (42,9%) mentre rimarrà al 43,3% nel 2010, al 43,1% nel 2011, al 43,0% nel 2012.
LA CRISI GLOBALE
Nella nota informativa del Programma di stabilità viene ribadito che “l’ economia italiana è relativamente meno esposta rispetto agli altri paesi europei ai rischi specifici della crisi globale. Che la correzione del settore immobiliare sembra minore rispetto ad altri paesi industrializzati, il sistema bancario italiano appare comparativamente meno esposto alla crisi, le famiglie italiane sono meno indebitate rispetto a quelle degli altri Paesi“.
LE PREVISIONI PER IL 2013
Il quadro di finanza pubblica per gli anni 2008-2013, indica che “nonostante l’ aggravarsi della crisi economica e il conseguente peggioramento delle condizioni di finanza pubblica, l’ indebitamento netto rimane al di sotto del limite del 3% nel 2008, eccede questo limite nel 2009 mentre riprende una tendenza alla diminuzione negli anni successivi“.
La tabella dopo il 2,6% del 2008 e del 3,7% del 2009, scende al 3,2% nel 2010, al 2,8% nel 2011, del 2,7% nel 2012, al 2,6% nel 2013. Nel 2009 a pesare sui conti è tra l’ altro la previsione di una contrazione del gettito fiscale di 2,2 punti percentuali ma anche di una evoluzione più contenuta dei contributi sociali in linea con l’ andamento dell’occupazione. Ma il valore è diverso se si considera l’ indebitamento netto corretto per il ciclo, che Bruxelles considera se si è sotto il 3%: sarà al 3% nel 2009, ma poi scenderà al 2,5% nel 2010, e al 2,2% nel 2011.
L’ ANDAMENTO DEL DEBITO
Più preoccupante l’ andamento del debito, che nelle nuove previsioni dal 105,9% del 2008, tornerà a salire per rimanere fermo sopra al sopra il 111% del pil nel triennio 2009-2012 (con il picco del 112,5% il prossimo anno) e poi ridursi lievemente al 101,5%& nel 2013: cioè alla fine del quinquennio considerato il debito sarà quattro punti più alto dell’ attuale.
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