I Credit default swap (CDS) sono una forma di assicurazione che gli investitori possono acquistare nel caso in cui l’emittente di un’obbligazione (che essi hanno comprato) faccia default, o non sia più in grado di pagarla pienamente. Se c’è un default, noto anche come “evento creditizio” (credit event), i credit default swap vengono utilizzati per pagare gli investitori obbligazionari.
La decisione circa la sussistenza di un “evento creditizio” spetta ad un gruppo chiamato International Securities and Derivatives Association. L’ISDA ha deciso Giovedì che per la Grecia non si può parlare di default sulle obbligazioni, almeno fino ad ora. Il piano di ristrutturazione del debito tra la Grecia e le banche non rappresenta un “credit event” e, pertanto, non può scattare il pagamento dei credit default swap. Tuttavia, il paese deve ancora affrontare una serie di eventi importanti che minacciano seriamente di portare ad un default, che innescherebbe i versamenti di CDS.
All’ISDA è stato chiesto di pronunciarsi su due questioni relative alla recente offerta del governo greco nei confronti dei possessori delle obbligazioni, cui è stato chiesto di accettare solo il 46,5 per cento dei pagamenti dovuti. La decisione adottata Giovedì dall’ISDA ha ripercussioni potenzialmente enormi per i mercati del debito della zona euro.
Gli investitori e gli operatori temono che la decisione dell’International Swaps and Derivatives Association metterà a repentaglio l’intero mercato dei CDS. E’ l’ennesima svolta nella lunga saga greca e in materia di CDS sovrani – strumenti relativamente nuovi che vengono utilizzati da banche e investitori per coprire il rischio o scommettere sul merito di credito dei paesi.
Il nocciolo della questione è la tempistica della decisione. Il “no” dell’ISDA al payout dei CDS, significa di fatto che gli investitori in possesso di tali “polizze” potranno essere pagati meno di quanto essi sperano. La mossa è un duro colpo , soprattutto perché potrebbe scoraggiare i banchieri e gli investitori: d’ora in avanti, coloro che decideranno di assicurarsi contro l’insolvenza dei debiti sovrani sapendo che, con molta probabilità, non vi sarà un rimborso in caso di default, potrebbero essere molto pochi. In tal modo si metterebbe a repentaglio il futuro stesso di tali strumenti.
Il mercato crede ancora che un evento di credito scatterà la prossima settimana quando la Grecia dovrebbe annunciare l’utilizzo di clausole di azione collettiva (cac) per costringere i creditori ad accettare circa il 70 per cento delle perdite, nello swap del debito.
Ma questo significa che il debito utilizzato per impostare il livello del payout sarà rappresentato dalle nuove obbligazioni, emesse come parte dello scambio, piuttosto che da quelle esistenti, che sarebbero state utilizzate se il credit event fosse scattato Giovedì. Dal momento che questi nuovi bond dovrebbero essere scambiati ad un valore nominale superiore rispetto ai vecchi, ogni payout di CDS sarebbe minore.
Una stima approssimativa da parte dei traders è che le nuove obbligazioni, che hanno scadenze lunghe e cedole basse, saranno scambiate a circa il 50 per cento del valore nominale rispetto ai vecchi bonds. Ciò significa che invece di ricevere il 76 per cento del valore nominale, o la quantità necessaria per raggiungere un valore nominale di 100, un acquirente di CDS riceverà solo il 50 per cento.
La tempistica di un annuncio sul payout spiega perché vi è stata una corsa da parte di alcuni investitori a cercare di avere un evento di credito dichiarato, in vista del completamento della riconversione del debito. Tuttavia, alcuni operatori di mercato sostengono che è improbabile che questo possa danneggiare i CDS sovrani. Le banche globali sono consapevoli che non devono essere utilizzati come garanzia di una assicurazione contro un default.