Sono insufficienti i risultati che il gruppo Lloyds ha dovuto pubblicare negli ultimi giorni. Risultati che hanno deluso una buona parte degli analisti, che hanno visto gli utili ante imposte scendere a quota 644 milioni di sterline, contro risultati dello stesso periodo dello scorso anno pari a 820 milioni di sterline, e con previsioni degli osservatori di Borsa che auspicavano il raggiungimento di un livello pari ad almeno 750 milioni di sterline, evidentemente ben al di sopra di quanto in concreto ottenuto dalla società finanziaria.
Che il periodo recente non fosse dei migliori, per Lloyds, lo avevano intuito tutti. Quello che ora sembra preoccupare maggiormente, tuttavia, non è il dato consolidato, quanto ciò che potrà accadere in futuro. Un futuro grigio, con le previsioni sull’economia britannica particolarmente deteriorate, che non potrà che portare al ribasso di margini della società, e di tutti gli altri principali competitors di mercato.
Altra tegola sull’andamento societario è inoltre quella, ben nota, relativa ai problemi di salute del chief executive officer Antonio Horta-Osorio, auto dichiaratosi in stand by dal timore della compagnia. Il suo posto è stato attualmente ricoperto dal direttore finanziario Tim Tookey, che tuttavia non si ritiene possa mantenere la guida dell’azienda per lungo termine.
Tra le decisioni più importanti che Tookey dovrà assumere, vi è quella – molto impopolare – relativa allo snellimento delle proprie risorse umane. Negli ultimi tre anni Lloyds ha lasciato a casa circa 42 mila persone, e nei prossimi anni altre potrebbero aggiungersi alle fila di coloro che sono finiti “in esodo” dall’azienda.
Lloyds eroga attualmente circa un quarto di tutti i mutui britannici, e nel Regno Unito ottiene il 90% dei propri ricavi. Il peggioramento radicale delle condizioni locali potrebbe quindi gravare sui bilanci societari ben più di quanto potrebbe accadere a società maggiormente diversificate.