Citigroup ha concluso un accordo che la porterà a vendere EMI Group – operatore tra i leader mondiali nel settore della musica – ad una cifra che si avvicina ai 4,1 miliardi di dollari. A comprare la società. Gli acquirenti di EMI saranno Vivendi, attraverso la Universal Music Group, e la Sony, che guida un altro gruppo di compratori, di cui fa parte anche il miliardario David Geffen.
La EMI verrà pertanto scissa in due componenti: il primo, che andrà a ricondursi all’interno del recinto di competenza della UMG di Vivendi, riguarderà i soli prodotti discografici, e verrà acquistato ad una cifra di circa 1,2 miliardi di sterline; il secondo, che invece sarà ricondotto nella galassia di acquirenti guidata da Sony, prevede la compravendita della divisione relativa alle attività di publishing, per 2,2 miliardi di dollari.
Tra breve si concluderà in tal modo la più che centenaria vita della EMI, sorta 114 anni fa, e in grado di annoverare – tra gli altri – la proprpietà degli Abbey Road studios, dove i Beatles registrarono diversi album. Il finale della vicenda ha inoltre costituito vasta sorpresa tra gli analisti, che non ritenevano che la conclusione dell’affare fosse così vicina e, probabilmente, nemmeno si attendevano l’estromissione da parte di Warner Music Group, del miliardario Len Blavatnik, che aveva offerto tra 1,5 e 1,6 miliardi di dollari per acquisire alcuni asset della società.
Molto soddisfatta della raggiunta intesa è Sony, che attraverso la voce di Martin Bandier, suo chairman e amministratore delegato, ha affermato che l’accordo sigla un traguardo storico, con un estremo vantaggio per la compagnia e per gli investitori del gruppo, che potranno ora valorizzare l’enorme potenziale del pacchetto di canzoni di EMI.
Operazione finanziaria e strategica a parte, una cosa è certa: una pagina dell’industria musicale mondiale è appena stata girata.