Il Ministero dello Sviluppo Economico lascia in eredità al nuovo governo tecnico che si sta per formare anche un nodo piuttosto spinoso per quel che concerne le cosiddette biomasse: come è noto, si tratta di materiali di origine animale e vegetale che non subiscono la fossilizzazione e sono in grado di produrre un importante quantitativo di energia. Come ha spiegato il sottosegretario allo stesso dicastero di Via Veneto, Stefano Saglia, non è stato varato alcun decreto a tal proposito, visto che gli unici testi che contengono qualche riferimento sono quelli relativi alle importazioni e al cosiddetto burden sharing (la suddivisione tra le varie regioni degli oneri per il raggiungimento degli obiettivi imposti dall’Ue in materia di fonti rinnovabili). Alcuni organi di stampa avevano fatto riferimento proprio a un possibile decreto sulle biomasse, ma ora è arrivata questa secca smentita.
Tra l’altro, le uniche tipologie di produzione su cui si è concentrati fino a questo momento sono soltanto due, vale a dire il termico e l’elettrico, dunque il lavoro da fare in tal senso è davvero molto. Lo stesso Saglia ha poi voluto rimarcare l’importanza del burden sharing. In effetti, questo concetto assume rilevanza alla luce del sistema delle aste che si intende attuare in questo ambito: il settore, però, è destinato a rimanere bloccato e impossibilitato a evolversi, almeno fino a quando non sarà diventato funzionale il sistema dei certificati verdi, il quale dovrà avere validità a livello nazionale e non soltanto regionale.
Con il meccanismo della “condivisione delle perdite”, si va a stabilire la quota di energia che dipende dalle fonti rinnovabili che ogni regione e provincia autonoma sono chiamati a conseguire per il raggiungimento degli obiettivi nazionali entro i prossimi dieci anni. Il decreto relativo all’import, invece, si riferisce ai criteri utili per le importazioni di energia elettrica nel corso del prossimo anno, in particolare attraverso le procedure concorsuali.