Nonostante la ristrutturazione ancora in atto – i cui effetti sono stati particolarmente influenzanti anche nel corso dell’ultimo trimestre fiscale – Cisco può comunque sorridere osservando i propri risultati economico finanziari. Risultati che vanno al di là delle attese della maggior parte degli analisti finanziari locali e internazionali, e confermano l’appeal commerciale della compagnia, soprattutto per quanto concerne il comparto telefonico, dove l’azienda ha potuto consolidare un discreto flusso di ordinativi.
La trimestrale di Cisco si è così potuta chiudere in maniera positiva e oltre le previsioni degli analisti. Il fatturato sembra essere – come ovvio che sia – la determinante principale di questo sviluppo, con ricavi da vendite e da prestazioni in incremento di 4,7 punti percentuali a quota 11,26 miliardi di dollari. In calo, di 8 punti percentuali, l’utile netto, ora pari a 1,8 miliardi di dollari, equivalenti a circa 33 centesimi per ogni singola azione.
Gli analisti fanno tuttavia notare che escludendo i fattori straordinari, le compensazioni e altri elementi non caratteristici, l’utile netto sarebbe stato pari a 43 centesimi per azione, in incremento di 2 punti percentuali rispetto allo scorso anno. Come dire che, al di là degli elementi non ricorrenti che abbiamo ricordato in apertura, il trend conseguito da Cisco sarebbe stato molto positivo, anche in tempi di estrema crisi quali quelli che stiamo vivendo tutt’oggi, e nei quali l’azienda si è trovata a lavorare.
Il chief executivo officer della compagnia, John T. Chambers, ha poi affermato che per l’intero anno in corso la crescita della società sarà compresa tra un minimo di 7 e un massimo di 8 punti percentuali, confermando così un ritmo di sviluppo che è in linea con quello del comparto del networking, di cui Cisco è tra i leader indiscussi su scala internazionale.