Immobiliare.it: è boom per la nuda proprietà

 La nuda proprietà, tipicamente riferita agli immobili, viene definita in diritto come la proprietà privata a cui non si accompagna nessun tipo di godimento reale: ebbene, secondo quanto rilevato dal portale Immobiliare.it, questo caso specifico sta vivendo una nuova giovinezza, tanto che in questo 2011 è addirittura cresciuta di dieci punti percentuali rispetto a un anno fa. Una buona spinta all’incremento è stata data senza dubbio dalle vendite online, sempre più correlate a tale operazione. Inoltre, bisogna anche considerare che stiamo vivendo un periodo di crisi economica, quindi è quantomeno fisiologico che gli investitori ripongano una enorme fiducia nei business legati al mattone, il bene rifugio per eccellenza. Con la nuda proprietà si può risparmiare parecchio sul prezzo di acquisto immobiliare rispetto a chi non deve abitare nell’immediato l’edificio, dato che l’usufrutto non viene previsto in alcun modo.

Tra l’altro, i tempi sono cambiati e anche le necessità relative alla operazione in questione: in pratica, al giorno d’oggi si acquista proprio per risparmiare e fronteggiare la crisi e non, come avveniva in passato, per risparmiare su tasse e imposte e cedere l’immobile ai figli. Entrando maggiormente nel dettaglio delle cifre, c’è da dire che, sempre secondo le rilevazioni di Immobiliare.it, la riduzione tariffaria può anche essere pari a cinquanta punti percentuali, ma si tratta della ipotesi più estrema, uno sconto che poi aumenta in maniera inversamente proporzionale rispetto all’età anagrafica del soggetto venditore.

I vantaggi e gli svantaggi sono equamente divisi, se, ad esempio, ci si può avvantaggiare dal punto di vista tributario, di contro la disponibilità dell’immobile stesso può avvenire soltanto quando muore l’usufruttuario. I principali annunci sono giunti direttamente dal Lazio (41% del totale), seguita a grande distanza dalla Lombardia (14%), dalla Toscana (12%) e dalla Liguria (11%). Dal punto di vista delle città, poi, la “leadership” spetta a Roma (36% degli annunci complessivi), mentre Milano si è fermata al 9%.

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