La Banca Centrale Indiana avrebbe comprato una grande quantità di rupie per cercare di rallentare l’andamento delle quotazioni della moneta nazionale. La rupia si candida infatti a concludere il 2011 quale valuta con la peggiore prestazione in tutta l’Asia, arrivando a tagliare traguardi minimi storici. Come conseguenza di quanto sopra, stando a quanto affermato da una voce molto vicina all’istituzione monetaria centrale, ma non pubblicamente affermata dai media, la Reserve Bank of India avrebbe proceduto nell’operazione di cui sopra.
In particolare, la Banca Centrale avrebbe acquistato significative quantità di rupie quando la moneta indiana stava per essere valutata intorno a 51,75 per dollaro. Una mossa che cerca di salvaguardare la forza della valuta locale, visto e considerato che la debolezza della rupia – che ha già perso 13,6 punti percentuali durante l’anno – potrebbe condizionare negativamente le performance economiche nazionali.
La nazione importa infatti circa l’80% del carburante utilizzato all’interno dei confini, e una valuta estremamente debole nei confronti della controparte potrebbe rendere sempre più cari (e ardui) gli approvvigionamenti esterni, pur rendendo più conveniente l’iter di esportazione, discreto motore dell’economia indiana.
Inoltre, la rupia debole sta inducendo molti investitori internazionali a ridurre il possesso di attività finanziarie indiane: il calo si sarebbe già verificato in misura piuttosto significativo, con un passo indietro di 1,7 miliardi di dollari in soli quattro mesi. Stando a quanto forniscono i dati ufficiali, infatti, nel corso del mese di luglio gli asset in mano agli investitori internazionali erano pari a 106,1 miliardi di dollari, contro i 104,4 miliardi di dollari attuali.
Se la rupia non dovesse riprendere quota, la situazione potrebbe presto portare a uno scenario più complesso, in grado di danneggiare seriamente l’andamento della crescita economica del subcontinente. È pertanto probabile che la Reserve Bank of India sia portata a investire nuovamente nell’acquisto della rupia, se la situazione non dovesse cambiare.