Hernan Lorenzino è il nuovo ministro dell’Economia dell’Argentina: il suo programma sarà sostanzialmente votato alla continuità con quanto stabilito dal predecessore Amado Boudou, andando a focalizzare l’attenzione soprattutto sulla crescita economica, sui programmi sociali e sulla spesa. In pratica, la nazione sudamericana dovrà affrontare tre fasi per raggiungere gli obiettivi più ambiziosi, vale a dire la crescita, l’occupazione e l’inclusione sociale. La conferma del presidente Cristina Kirchner consente di implementare i programmi stabiliti in questi ultimi anni, quindi da Lorenzino si attendono decisioni importanti in merito alla riduzione del debito interno, alla creazione di nuovi posti di lavoro, cercando sempre di mantenere piuttosto solido il commercio e i surplus primari.
Il team del “nuovo” ministero è già composto in tutte le sue professionalità, con Adrian Cosentino che andrà a occupare il segretariato della finanza al posto dell’attuale titolare del dicastero, ed Axel Kicillof in qualità di nuovo segretario per quel che concerne l’Economia Politica. Ci sono poi altri nomi da tenere bene a mente: si tratta, nello specifico, di Beatriz Paglieri, piuttosto criticata nel suo ruolo all’interno della Indec, l’agenzia statistica del paese, la quale avrà una nuova possibilità all’interno del neonato segretariato del Commercio Esterno, mentre il potente segretario del Commercio Interno, Guillermo Moreno, continuerà ad occupare la propria poltrona. Quali sono le previsioni di breve termine per Buenos Aires?
Secondo la maggior parte degli economisti e degli analisti finanziari, il tasso di inflazione è destinato a essere superiore rispetto a quanto annunciato dal governo (10%), quindi occorre rimboccarsi le maniche sin da subito. Lo stesso Lorenzino, comunque, vanta un buon successo per quel che riguarda le trattative tra Argentina e il Club di Parigi: nel dettaglio, la questione ha riguardato il rimborso di ben otto miliardi di dollari che l’Argentina deteneva ancora nei confronti delle nazioni creditrici a causa del default del 2001, dunque il prestigio internazionale è ben riconosciuto.