AdR, acronimo che sta a indicare la società Aeroporti di Roma, sta pensando davvero in grande per i suoi investimenti futuri: le ultime indiscrezioni parlano infatti della stessa compagnia laziale e dei suoi azionisti pronti a dar vita a un piano da ben dodici miliardi di euro, con una prima tranche da 2,5 miliardi che verrà dilazionata lungo un arco temporale di dieci anni. Al tempo stesso, però, la spa che detiene il controllo dei due principali scali della Capitale, vale a dire l’aeroporto di Ciampino e quello di Fiumicino, ha chiesto una maggiore chiarezza per quel che concerne le regole relative a questo ambito. In pratica, questo vuol dire che gli incassi degli incrementi delle tariffe avranno luogo soltanto quando gli investimenti in questione saranno stati verificati nel minimo dettaglio.
Le affermazioni fanno capo al numero uno del gruppo, Fabrizio Palenzona, il quale ha scelto un momento non certo casuale per uscire allo scoperto, dato che sono imminenti le consultazioni tra AdR stessa e il comitato degli utenti: quest’ultimo, in particolare, è composto da diverse rappresentanze, come quelle delle varie compagnie aeree che sono solite usufruire degli scali romani, oltre ai cosiddetti “handlers”, ovvero i consiglieri. Il tavolo prevede un confronto piuttosto serrato, al punto che l’Enac dovrà sorvegliare ogni discussione in merito al nuovo piano industriale che deve essere approntato.
Lo stesso Palenzona ha comunque precisato che le idee a tal proposito sono già chiare e ben definite. Vito Riggio, presidente dell’Enac, ha invece voluto ribadire che non si può ancora mettere la parola fine alle discussioni, ma si deve procedere in maniera rapida e andandosi a basare sugli accordi che sono già stati sottoscritti. L’ente che regola l’aviazione civile del nostro paese è inoltre convinto che il procedimento che viene usato per i contratti di programma non coincide con le disposizioni dettate dall’Unione Europea, dunque esiste un rischio concreto di una procedura di infrazione.