Il condono edilizio torna nuovamente d’attualità, grazie soprattutto alle parole del neo-ministro dell’Ambiente, Corrado Clini: secondo il titolare del dicastero di Via Cristoforo Colombo, la situazione idrogeologica del nostro paese è a dir poco drammatica, dunque bisogna intervenire con una certa urgenza, anche perché sono necessari ben quaranta miliardi di euro. La soluzione al problema, però, non è quella del condono, come alcuni hanno suggerito, lo stesso Clini non è mai stato favorevole a tale misura e neanche in questa occasione è intenzionato a fare cassa garantendo l’impunità di coloro che si sono resi colpevoli di abusi gravi. Il punto di vista del ministro è piuttosto chiaro, il condono non s’ha da fare nemmeno quando si propone come mezzo autorevole, anzi nel futuro più vicino a noi potrebbero essere varate addirittura delle norme volte a vietarne l’utilizzo.
Di sicuro, si tratta di un atteggiamento nettamente diverso rispetto a quello del precedente governo, quando condoni e sanatorie venivano proposti a più riprese come soluzione definitiva a molti mali: in realtà, questo strumento ha finora provocato più danni che riparazioni, tanto che i soldi reperiti in questa maniera in ben due decenni non sono riusciti a coprire nemmeno il costo di una finanziaria. Ora, i più furbi non potranno sperare in nuovi provvedimenti in loro favore, la fine dei condoni sembra molto vicina. Sono proprio gli abusi edilizi a provocare una buona fetta di tale dissesto ambientale, quindi bisogna evitare in tutti i modi il ripetersi di fenomeni a dir poco pericolosi.
Il tema delle costruzioni dovrà necessariamente voltare pagina: Clini ha ricordato come gli ultimi anni siano stati caratterizzati da condoni eccessivi su costruzioni abusive, nonostante queste ultime fossero sottoposte a sequestro e sigillate, una impunità che è stata definita inaccettabile, con la conseguenza inevitabile di una svendita inutile e dannosa per quel che concerne il denaro di proprietà statale.