Una volta tanto Matteo Arpe può fare affidamento su una notizia positiva: Banca Profilo ha infatti deciso di integrare nuovamente il banchiere milanese, noto per la sua carriera come dirigente d’azienda, ma anche e soprattutto per il rinvio a giudizio a seguito del crack Parmalat. L’istituto si è riunito ieri per il proprio meeting è la decisione in questione è stata adottata a maggioranza. In pratica, tale reintegro avrà luogo per quel che concerne la piena totalità delle funzioni di Arpe, vale a dire quelle di presidente e di amministratore delegato del gruppo, ruoli da cui il membro del Comitato Permanente dell’Abi Banche e Società si era autosospeso a causa della vicenda Ciappazzi-Parmatour. Bisogna ricordare che a novembre Arpe è stato condannato in primo grado dalla magistratura di Parma; i capi imputati si riferiscono alle azioni compiute nel biennio compreso tra il 2002 e il 2003, quando il banchiere era direttore generale di Capitalia.
Il tribunale del capoluogo emiliano non è certo stato tenero, infliggendo ad Arpe tre anni e sette mesi, con la grave accusa di bancarotta fraudolenta, una delle più terribili a livello finanziario. La scelta d Banca Profilo è stata senz’altro coraggiosa, ma bisogna prenderne atto.
L’istituto di credito in questione, il quale ha sede a Milano, viene attualmente controllato in maniera diretta da Sator, gruppo finanziario di rilievo europeo attivo in diversi business, mediante il contributo fondamentale della newco Arepo Bp (la quota detenuta è pari al 56,2%). Tra l’altro, bisogna anche ricordare che lo stesso Arpe è stato assolto da altri reati, come la bancarotta fraudolenta per distrazione, sempre in merito al versamento del prezzo di acquisto di Ciappazzi, una operazione che ha di fatto danneggiato Parmalat (il fatto non è stato commesso secondo i giudici parmensi). Il reintegro sta già facendo molto rumore e c’è grande attesa per il probabile discorso di Arpe.