Secondo quanto affermato dal report del Dipartimento del Lavoro di Washington, le buste paghe negli Stati Uniti sarebbero cresciute oltre le attese nel corso del mese di dicembre, portando il tasso di disoccupazione (uno dei parametri macro sui quali gli analisti sembrano concentrare maggiore attenzione) ai livelli minimi degli ultimi tre anni, con prospettive economiche di ripresa per quanto concerne l’esercizio recentemente cominciato.
L’incremento delle buste paghe di dicembre è infatti stato di 200 mila unità, contro lo sviluppo di 100 mila unità del mese di novembre (periodo che invece aveva fatto riscontrare un incremento inferiore alle attese degli osservatori). Come conseguenza di quanto sopra, il tasso di disoccupazione è inaspettatamente calato all’8,5%, mentre le ore lavoro e il reddito medio degli statunitensi è stato dato in aumento.
Nel corso del mese di dicembre si sono in altri termini verificate le tre condizioni di base per lo sviluppo fondamentale dei consumi: incremento del numero dei lavoratori, crescita dei salari, incremento del lavoro medio per lavoratore. Una coincidenza di fattori che – se verificata anche nel corso dei prossimi mesi – potrebbe portare la società americana a rinvigorire in maniera più corposa i consumi e la domanda di alcuni settori chiave, come quello immobiliare. All’interno dell’economia americana, infatti, circa il 70% del business ruota intorno alla capacità di spendita dei cittadini privati.
Per quanto concerne le attese sul fronte occupazionale, il tasso di disoccupazione era stimato intorno all’8,7%, in aumento rispetto all’8,6% atteso a novembre (poi rivisto in rialzo all’8,7%). Per quanto riguarda invece le sole assunzioni private (escluse cioè quelle effettuate dalle agenzie governative) l’incremento è stato pari a 212 mila unità, contro le 120 mila di novembre, e le 178 mila attese. Merito del settore del commercio al dettaglio (spinto dai consumi di fine anno), ma non solo.