Il Mare di Barents, la parte di Mar Glaciale Artico che si trova nella parte settentrionale della Norvegia e della Russia, riserva un regalo post-natalizio all’Eni: l’ente ha infatti comunicato in via ufficiale di aver scoperto un giacimento di olio e gas in questa zona del mondo, più precisamente in un’area che si trova a duecento chilometri dalla costa del paese scandinavo. Il pozzo Havis ha consentito di perforare a buona profondità e di scovare questa risorsa importante per le attività della compagnia, con delle buone quantità complessive, vale a dire olio compreso tra 190 e 315 milioni di barili e gas fino a sei miliardi di metri cubi. Anche il giacimento in questione si chiama ovviamente Havis e rappresenta una buona scoperta per l’azienda italiana, già protagonista di un evento simile nel 2011 nella medesima area.
Che cosa verrà attuato a questo punto? L’intenzione dell’Ente Nazionale Idrocarburi è quella di dar vita a un piano di sviluppo che coinvolga anche i partner commerciali principali: le licenze operative nel Mare di Barents sono diverse, in particolare si possono ricordare due pozzi strategici in tal senso, Bønna e Salina, mentre verso la fine di questo 2012 appena cominciato si perforeranno i pozzi di produzione di un altro progetto interessante, Goliat.
La posizione dell’Eni in questo mare è invidiabile, tanto che nel 2013 si potrà parlare del primo operatore per le produzioni totali. In aggiunta, soltanto Statoil può vantare una presenza commerciale da queste parti legata all’olio. La compagnia potrà ora fare affidamento sulla sua quota del 30% relativa al giacimento Havis, con il resto che è suddiviso tra la stessa Statoil (50%) e Petoro (il restante 20%). La produzione di olio dell’Eni al largo della Norvegia dura da oltre quarant’anni e può vantare ben 135mila barili al giorno; la zona è promettente e quindi le prospettive future sono realmente di lungo termine.