Dopo il mercato mobiliare, è giunto il turno anche per il risparmio gestito: Assogestioni ha reso pubbliche le sue consuete rilevazioni, mettendo in luce una frenata piuttosto preoccupante, con il mese di dicembre che ha fatto registrare un andamento non proprio incoraggiante. In effetti, la raccolta netta che può vantare il settore in questione è stata pari a un calo di 9,5 miliardi di euro, un dato che conferma ancora di più le stime negative del mese precedente e che fa pensare al 2011 come a un anno poco brillante da questo punto di vista (le risorse totali sono state inferiori ai quarantuno miliardi di euro per la precisione). Entrando maggiormente nel dettaglio statistico, c’è da dire che i principali deflussi sono quelli che hanno riguardato le gestioni di portafoglio (3,6 miliardi di euro in meno, in particolare fondi di tipo patrimoniale), ma anche le gestioni collettive non sono state da meno (5,8 miliardi in meno).
Se poi si analizzano con attenzione i fondi aperti, ci si accorge delle pessime performance realizzate dai fondi di tipo obbligazionario, con 2,2 miliardi di euro relativi ai deflussi, e dei prodotti flessibili. Qualche timido sorriso può invece essere azzardato per quel che concerne i fondi azionari, ma il rosso di questi strumenti specifici non conosce ancora fine, senza dimenticare i bilanciati (in lieve progresso).
Purtroppo, però, si tratta delle uniche note per così dire liete. In pratica, anche i prodotti monetari hanno aumentato le loro perdite e persino i cosiddetti non classificati devono fare i conti con 101 milioni di euro di ribasso. La leadership del risparmio gestito è ancora appannaggio di Azimut (773,5 milioni di euro), largamente in vantaggio rispetto a Poste Italiane e Banca Popolare dell’Emilia Romagna (Bper); Mediolanum, Axa, Banca Profilo e Invesco hanno ottenuto altri risultati importanti, mentre dei segnali negativi sono giunti da Intesa Sanpaolo e Pioneer.