La disoccupazione in zona euro è salita al suo livello più alto da quando la moneta unica è stata introdotta. Questo è quanto hanno messo in luce i dati rilasciati Martedì, all’indomani delle promesse fatte dai leader europei a Bruxelles in materia di di lavoro. La creazione di milioni di nuovi posti dovrebbe infatti rappresentare oggi la prioritò rilanciare un’economia europea stagnante e sull’orlo della recessione.
Il tasso di disoccupazione destagionalizzato, tra i 17 paesi che condividono l’euro, è balzato al 10,4 per cento nel mese di dicembre, secondo quanto riportato dall’Ufficio di statistiche europeo, l’Eurostat. Si tratta del livello più alto dal giugno 1998, prima dell’introduzione dell’euro, avvenuta nel 1999.In Grecia la disoccupazione è circa del 20 per cento, mentre è pari al 23 per cento in Spagna. Dati preoccupanti che potrebbero portare a disordini politici. Dopo due anni di profonda crisi di draconiane politiche austerità, il numero di europei senza lavoro è salito a 16,5 milioni di persone: 20.000 persone senza lavoro in più a dicembre rispetto al mese precedente.
In un vertice di Lunedi, i leader europei hanno cercato di spostare il dibattito dalla lotta contro la crisi del debito al rilancio della crescita in una regione che produce il 16 per cento dell’output economico globale. La maggior parte degli economisti si aspetta scarsi progressi, mentre i politici sono costretti a persistere con i programmi di austerità.
Il crescente divario tra le nazioni ricche del nord Europa e quelle più povere e meno produttive del sud, sovrasta e annienta ogni tentativo di implementazione delle politiche di crescita e creazione di posti di lavoro.
La disoccupazione elevata è una maledizione per l’economia europea, e la disoccupazione giovanile è particolarmente problematica, soprattutto in Spagna, dove quasi la metà dei giovani non riesce a trovare lavoro a tempo pieno. Dopo anni di calo della disoccupazione, la crisi finanziaria globale del biennio 2008-2009 ha distrutto le prospettive di creazione di occupazione in Europa e la conseguente crisi del debito sovrano ha solo peggiorato lo scenario.
Nei 27 paesi dell’Unione europea, il numero dei disoccupati è aumentato costantemente da un recente minimo del 7,1 per cento della popolazione attiva nel 2008, al 9,9 per cento nel mese di dicembre – circa 23,6 milioni di persone. Secondo gli economisti si potrebbe raggiungere l’11 per cento entro la metà del 2012. E’ bene non dimenticare che tutto inizia e finisce con la crescita e l’occupazione.