Panasonic, uno dei leader internazionali della tecnologia applicata all’elettronica di consumo, sta portando in peggioramento le proprie stime sui risultati di fine anno. Stando a quanto affermato dalla società, infatti, l’esercizio fiscale si chiuderà con una perdita netta pari a 780 miliardi di yen (circa 10,2 miliardi di dollari), come naturale conseguenza di alcune determinanti fondamentali tra cui non può che spiccare il rallentamento della crescita economica internazionale, e la pressione negativa esercitata sul fronte produttivo dalle inondazioni delle fabbriche in Thailandia.
Si tratta, a ben vedere, di un peggioramento molto significativo delle precedenti stime, che invece davano una perdita netta di 420 miliardi di yen. Ricordiamo in proposito come la previsione si riferisca all’attuale esercizio fiscale, in chiusura nel mese di marzo, e come – qualora trovasse conferma – la perdita 2012 sarebbe la più grave della storia di Panasonic: fino ad oggi, infatti, l’azienda (nata nel 1918) aveva incontrato il proprio anno peggiore nel 2002, con una perdita di 428 miliardi di yen.
Per cercare di arginare la straordinaria perdita di competitività e di redditività, il presidente Fumio Ohtsubo sta riducendo il costo del personale, ipotizzando di trasformare Panasonic nel leader mondiale della produzione di batterie ricaricabili e di pannelli solari, in un’ottica di migliore diversificazione delle proprie attività, e diminuendo nel contempo l’influenza esercitata dal segmento – ben più competitivo – del mercato delle TV.
In proposito a tale ultimo segmento, Panasonic rende noto come nei tre mesi terminati il 31 dicembre 2012 la perdita netta sia stata pari a 197,6 miliardi di yen, ben oltre qualsiasi pessimistica previsione da parte degli analisti. Secondo gli osservatori di Resona Bank (Tokyo), “la perdita di 780 miliardi di yen è una vera sorpresa. Panasonic ha ora bisogno di introdurre sul mercato un nuovo prodotto di punta”.