La Grecia deve giungere ad un accordo con le banche entro il 13 febbraio, se vuole evitare il default. Senza garanzie i ministri delle finanze della zona euro non potranno dare il via libera alla ristrutturazione del debito del paese, detenuto dal settore privato.
I rappresentanti dell’Unione europea, della Banca centrale europea e del Fondo Monetario Internazionale stanno ancora negoziando le condizioni per la concessione di 130 miliardi di euro ad Atene. La troika chiede che i partiti rappresentati in seno al governo greco di coalizione s’impegnino ad approvare, ed attuare, nuove misure di austerità. Ma Atene teme che il contesto socio-economico possa deteriorarsi ulteriormente, acuendo la recessione e intensificando i movimenti di protesta e i disordini sociali.
Il messaggio lanciato alla Grecia dall’Eurogruppo, e ribadito in occasione della conference call di Sabato, è chiaro: adesso basta! “Devono decidersi e iniziare a parlare onestamente, in modo deciso e rapido con la troika degli aspetti del programma che devono ancora essere finalizzati, come le riforme fiscali e quelle del codice del lavoro”, ha dichiarato un membro dell’Eurogruppo.Il settore privato dovrebbe accettare un haircut di circa il 70% delle obbligazioni in portafoglio, nel quadro del programma di scambio del debito. Una tale misura contribuirà a ridurre di 100 miliardi di euro l’indebitamento della Grecia, che rappresenta attualmente il 160% del suo prodotto interno lordo (PIL). Il governo greco sta negoziando la cancellazione di 100 miliardi di euro di debito sotto forma di uno sconto del 50% del valore nominale delle obbligazioni detenute da parte dei creditori privati (banche, assicurazioni o fondi di investimento).
I ministri delle Finanze della zona euro credono inoltre che il loro omologo greco, Evangelos Venizelos, impegnato nella campagna per la leadership del PASOK, si stia maggiormente preoccupando delle elezioni di aprile piuttosto che della situazione finanziaria. Venizelos ha intanto parlato di “grande impazienza e grande pressione, non solo dalle tre istituzioni che compongono la troika, ma anche dagli stati della zona euro”. Il momento è certamente critico.
Jean-Claude Juncker sembra non credere più ad una risoluzione della questione greca. Il leader dell’Eurogruppo, in un intervista al settimanale tedesco Der Spiegel, ha evocato il rischio di un “fallimento” della Grecia in marzo, se le riforme richieste dai creditori non verranno implementate.
Il presidente greco Karolos Papoulias, 82 anni, per molti anni ministro degli Esteri nei governi socialisti, è uno dei politici più apprezzati in Grecia. La sua popolarità, tuttavia, è stata seriamente danneggiata dopo essere stato accusato negli ultimi sei mesi di conformarsi alle ingiunzioni dell’Unione europea e del Fondo Monetario Internazionale (FMI) per l’attuazione di un rigoroso piano austerità, volto ad affrontare la crisi del debito.