Il gigante cinese sta mostrando segni di rallentamento. Per la prima volta in due anni, le esportazioni cinesi sono scese dello 0,5% e hanno raggiunto i 149,9 miliardi di dollari. La Cina ha anche registrato un calo del 15,3% su base annua delle importazioni, che si attestano a 122,6 miliardi di dollari.
Questo, nonostante il paese abbia cercato di stimolare i consumi per compensare la flessione dell’export e per riequilibrare la sua economia, troppo dipendente dalle esportazioni e dagli investimenti, orientandola verso una maggiore domanda interna.
Secondo gli analisti, anche se le celebrazioni in occasione del Capodanno cinese possono in parte spiegare questo rallentamento, esse non rappresentano certo l’unica ragione. Sicuramente il fenomeno è motivo di preoccupazione in quanto potrebbe significare un rallentamento della crescita.Il Ministro del Commercio cinese, Chen Deming, ha avvertito che tali numeri sono deludenti e destano timori. “Le esportazioni nel mese di gennaio non possono renderci ottimisti”, ha dichiarato nei commenti riportati sul sito web del ministero. “Le società commerciali cinesi, soprattutto le piccole e piccolissime imprese, sono sotto crescente pressione”, ha aggiunto. “La Cina ha registrato i suoi peggiori risultati commerciali dal picco della crisi finanziaria” del 2008-2009, ha dichiarato Alistair Thornton, economista della IHS Global Insight, con sede a Pechino.
Il settore delle esportazioni è stato la chiave della crescita economica in Cina negli ultimi anni. Le aziende globali si sono rivolte a Pechino per approfittare dei suoi bassi costi di produzione. Il ritmo delle esportazioni verso gli Stati Uniti e l’Europa ha subito una battuta d’arresto. Va detto che la crisi del debito nella zona euro, unitamente all’elevato tasso di disoccupazione degli Stati Uniti, hanno ridotto la domanda di prodotti cinesi.
Il commercio tra la Cina e l’Unione europea, nel mese di gennaio, si sarebbe contratto di una percentuale superiore al 7%. “Pensiamo che l’ostacolo maggiore e il rischio più importante per la crescita della Cina nel 2012 sarebbe un indebolimento della domanda esterna a causa della crisi nella zona euro”, ha detto Lu Ting di Bank of America Merrill Lynch a Hong Kong. “I nostri economisti europei si aspettano una recessione moderata nella zona euro pari al -0,6% nel 2012, ma nessuno può predire la probabilità di un collasso della zona euro“.