La Grecia ha compiuto un timido passo in avanti, lungo la strada per garantirsi altri (vitali) fondi di salvataggio: i suoi leader politici hanno concordato una nuova serie di misure di austerità. A questo punto gli osservatori di mercato si stanno probabilmente chiedendo “La Grecia si salverà così da un default? Quali sono le prospettive per l’economia del Paese?
Ecco alcuni aspetti fondamentali della vicenda greca
1. Più austerità significa più “costi sociali”.
Con la proposta del governo di Atene di ridurre drasticamente il salario minimo del 22% e licenziare i lavoratori del settore più pubblico, come parte delle misure imposte, non sorprende la notizia delle manifestazioni di protese di migliaia di greci che hanno marciato per le strade. Pensandoci bene, il tasso di disoccupazione greco ha già raggiunto il livello record del 20,9% a novembre dello scorso anno, mentre la Grecia ha vissuto il suo quinto anno consecutivo in recessione. La nuova serie di misure di austerità, che è stata chiesta dalla troika dei creditori internazionali (UE, FMI e BCE) quale conditio sine qua non per il rilascio un’altra tranche di fondi di salvataggio, comporterebbe sacrifici (sociali ed economici) maggiori e ancora più dolorosi per i greci.
2. I Ministri delle Finanze della zona euro non sono ancora convinti
Ricordiamo che Jean-Claude Juncker, presidente dell’Eurogruppo, ha stabilito tre condizioni che devono essere soddisfatte prima che i fondi siano finalmente sbloccati e il denaro rilasciato. Innanzitutto il Parlamento greco deve approvare quelle riforme di austerità in grado di assicurare l’assunzione degli impegni presi. In secondo luogo, la proposta di ulteriori 325 milioni di euro di tagli alla spesa per il 2012 dovrà necessariamente essere approvata la prossima settimana. Infine, Juncker ha richiesto ai leader dei partiti della coalizione garanzie, forti e convinte, che le misure di austerità vengano concretamente messe in atto.
Quanti di questi requisiti la Grecia e riuscita a soddisfare finora? … Nessuno!La scadenza del pagamento del debito della Grecia (il prossimo il 20 marzo 2012) si sta avvicinando velocemente.
3. Gli obbligazionisti devono sacrificare i profitti
Come accennato in precedenza, i ministri delle finanze della zona euro stanno chiedendo un’altra serie di tagli alla spesa. Dal momento che l’economia greca è già sull’orlo del collasso, (soprattutto in termini di occupazione e retribuzioni), il governo greco sembra non avere altra scelta che rivolgersi ai suoi creditori per chiedere aiuto.
Uno dei suoi maggiori benefattori, la BCE, è già sottoposta a notevoli pressioni perché rinunci ai profitti sui suoi 45 miliardi di euro di debito greco detenuti nel portafoglio della Banca centrale. Anche se il presidente della Bce Mario Draghi non ha fatto menzione dei piani dell’istituto di Francoforte in materia di obbligazioni greche, ha tuttavia espresso fiducia nel fatto che la Banca centrale potrebbe fornire assistenza indiretta al paese.
Molta incertezza offusca ancora il destino dell’economia greca nel lungo periodo. Anche se la prossima tranche di fondi di salvataggio potrebbe realmente risucire a salvare la Grecia da un potenziale default, questa non garantirà che il paese non possa trovarsi nelle stessa situazione, e ad affrontare lo stesso problema, tra qualche mese. A quel punto, l’economia greca sarà in grado di sopportare ancora un altro round di misure di austerità? O ammetterà la sconfitta e alla fine uscirà dalla zona euro?