Mentre l’attenzione degli investitori era concentrata sugli sviluppi della saga del debito greco, la Banca popolare cinese (PBoC) tagliava il rapporto di riserva obbligatoria (reserve requirement ratio, RRR) di 50 punti base. La mossa è passata (quasi) inosservata. Gli occhi erano infatti tutti puntati sulla Grecia.
Per la seconda volta dal novembre 2011, la PBoC sta incoraggiando le banche cinesi a prestare di più, riducendo la percentuale minima di riserve richieste (e necessarie) per mantenere il denaro nei loro forzieri. La PBoC ha dichiarato che a partire dal 24 febbraio l’RRR, per le grandi banche commerciali, scenderà al 20,5%, mentre per le banche di medie e piccole dimensioni il tasso di riserva obbligatoria sarà abbassato al 17,5%. La decisione dovrebbe consentire di iniettare 400 miliardi di yuan (63,54 miliardi di dollari) nell’economia, in quanto più prestiti, di solito, significa maggiore liquidità.
“Il taglio aiuterà a iniettare liquidità nel sistema bancario, ad aumentare la capacità di prestito delle banche, e a rafforzare il sostegno all’economia reale”, ha detto Lian Ping, capo economista presso la Bank of Communications. L’obiettivo del “taglio è quello di soddisfare la forte domanda di credito che di solito si verifica nel primo trimestre dell’anno”, ha detto Zuo Xiaolei, capo economista alla China Galaxy Securities.
Un taglio del tasso pari all’1% in tre mesi? Questo significa che la PBoC è dunque in attesa di un “atterraggio duro” come alcuni esperti (o guru) del mercato stanno speculando?
In realtà, non è del tutto esatto. Si ricordi infatti che il forte calo dell’inflazione in Cina, dal 5,5% di ottobre al 4,2% nel novembre 2011 – e quindi non le preoccupazioni circa la crescita economica – è stato ciò che ha spinto la banca centrale a tagliare il suo tasso per la prima volta in quasi tre anni, lo scorso novembre. All’epoca la stabilità dei prezzi era ancora in cima alle preoccupazioni del governo.
Questa volta il governo cinese ha come obiettivo la crescita economica. In effetti, uno dei primi e fondamentali passi, è proprio la messa a punto delle politiche macroeconomiche nel corso del primo trimestre. E con i prestiti bancari che già riflettono una diminuzione del 29% su base annua nel mese di gennaio, un taglio del tasso di riserva obbligatoria è, dopo tutto, un buon punto di partenza.
Oltre a stimolare i prestiti bancari, l’attività economica causata dal taglio dell’RRR dovrebbe altresì contribuire ad attenuare gli impatti negativi della crisi del debito della zona euro e a diminuire la domanda dei consumatori dagli Stati Uniti – la zona euro e gli Stati Uniti sono due dei maggiori partner commerciali della Cina- .
Purtroppo, il rilancio dell’attività economica potrebbe non essere così semplice per la PBoC, la quale deve ancora prendere in considerazione l’inflazione: l’indice dei prezzi al consumo, principale indicatore inflazionistico, è balzato dal 4,1% di dicembre al 4,5% nel mese di gennaio. E’ cresciuto del 5,4 per cento su base annua nel 2011, al di sopra dell’obiettivo del governo per l’intero anno, fissato al 4 per cento.
La Banca centrale della Cina deve tuttavia mostrarsi cauta, in quanto l’aumento dell’attività economica potrebbe far impennare i prezzi, e ciò potrebbe anche annullare alcuni degli sforzi intrapresi lo scorso anno dal governo in materia di stabilità dei prezzi. Sarà dunque importante tenere sotto stretto controllo le prossime decisioni di politica monetaria adottate dalla Banca centrale cinese!