Gli ultimi tre mesi dello scorso anno sono stati caratterizzati da un’evidente debolezza per quel che concerne il mercato immobiliare del nostro paese: in effetti, il periodo compreso tra i mesi di ottobre e dicembre del 2011 hanno fatto registrare un importante incremento degli incarichi relativi alle vendite in questione, ma anche e soprattutto un maggior quantitativo di tempo per le stesse e una riduzione delle tariffe totali, tanto che poi si sono osservati degli sconti piuttosto corposi rispetto a quanto richiesto dai venditori. Tutte queste stime si possono ricavare in modo piuttosto agevole dall’ultimo sondaggio che è stato condotto dalla Banca d’Italia sul real estate italiano.
In pratica, Palazzo Koch ha esaminato con la massima attenzione tutte le valutazioni degli agenti immobiliari, i quali nutrono un pessimismo sempre più diffuso in merito agli scenari di breve e medio termine. Un fattore che preoccupa è proprio quello dei costi delle abitazioni. In effetti, gli stessi agenti hanno segnalato una riduzione piuttosto evidente di tali prezzi rispetto al trimestre precedente: i totali si sono contratti di altri quindici punti percentuali, mentre solamente l’1% di coloro che sono stati interpellati dall’istituto di credito centrale hanno affermato che le quotazioni risultano essere in rialzo. La conseguenza di tutto questo è facilmente immaginabile: il saldo tra le risposte in aumento e quelle in diminuzione è peggiorato e non di poco, con dei picchi più elevati per quel che riguarda le regioni del Sud.
Un altro aumento è stato poi quello del margine di sconto dei prezzi adottati per le vendite, a causa, in particolare, delle modifiche che si sono verificate nelle aree urbane. In relazione, poi, ai tempi medi necessari per l’incarico, questi si sono allungati da 7,1 a 7,6 mesi in appena un trimestre. Il comparto immobiliare può dunque considerarsi in crisi, anche e soprattutto alla luce delle difficoltà riscontrate dal mercato creditizio.