L’Europa è al centro delle preoccupazioni dei costruttori di automobili, riuntisi Martedì a Ginevra, in occasione del Salone dell’Auto 2012. Gli esperti del settore stimano una diminuzione delle vendite nella zona euro, martoriata dalla crisi del debito, lontana dall’appetito quasi insaziabile mostrato dai paesi emergenti rispetto al comparto auto. “A causa della crisi del debito in alcuni paesi dell’UE, il mercato dell’auto in Europa occidentale subirà verosimilmente una contrazione del 5%, a 12,1 milioni di unità”. Questa è la previsione del boss della federazione tedesca del segmento auto, VDA, Matthias Wissmann.A livello globale, tuttavia, la crescita nel settore automobilistico è destinata a perdurare, e potrebbe raggiungere il 4% – secondo VDA – grazie al dinamismo del mercato statunitense, della Cina e altresì del Giappone. La numero uno in Europa, la tedesca Volkswagen, si è dimostrata cauta circa le prospettive di crescita. Il gruppo spera comunque di raggiungere anche quest’anno il risultato record del 2011, ha precisato Martin Winterkorn, capo di VW.
L’Europa catalizza l’attenzione ed è motivo di notevole inquietduine. Per gli addetti ai lavori, si rende necessaria una valutazione molto critica, soprattutto della situazione nei paesi del Sud-Est Europa, flagellati dalla crisi. La Germania, locomotiva d’Europa, sembra ancora in grado di registrare un trend positivo nel mercato auto. Il colosso giapponese Toyota si mostra decisamente pessimista per quanto riguarda il contesto europeo, e prevede una flessione del 5% anche quest’anno.
“Siamo molto prudenti (…) perché pensiamo che ci sia una grave crisi di fiducia tra i clienti in Europa”, ha dichiarato Didier Leroy, responsabile per tale macroarea. Inoltre, ha avvertito che la situazione nei primi due mesi dell’anno è stata peggiore del previsto.
Il gruppo leader General Motors, intravede invece segnali positivi nel Nord America. “Il mercato automobilistico ha risposto bene. La gente ha comprato auto negli anni 2005, 2006 e 2007 e si appresta a sostituire i propri veicoli”. La situazione sembra promettere bene in questa zona del mondo, ha aggiunto il vice presidente di GM Stephen Girsky.
Tuttavia, la sua voce si unisce al croso degli altri maggiori produttori, scettici, o addirittura pessimisti, circa le (cupe) prospettive in Europa. “Il contesto economico resta difficile. Ci sono alcuni segnali positivi provenienti dalla Russia”, ma l’incertezza permane sul continente, ha continuato Mr. Girsky.
Per l’amministratore delegato di Chrysler e di Fiat, Sergio Marchionne, il 2012 promette di essere “abbastanza difficile” per il comparto in Europa. Marchionne ha più volte evocato il problema della sovraccapacità dell’industria europea, stimata al 20%.
Lo scorso anno, la debolezza del mercato dell’Europa occidentale è costata cara ad alcuni produttori da essa ancora molto dipendenti, come il gruppo francese PSA Peugeot Citroen. Quest’ultimo, costretto a trovare una soluzione ai propri guai e a far fornte alle numerose difficoltà, ha annunciato un’alleanza strategica con GM, che si appresta a diventarne il secondo maggiore azionista.
Come parte di questa fusione, PSA ha annunciato il lancio di un aumento di capitale , per un ammontare di circa un miliardo di euro al prezzo di 8,27 euro per ogni nuova azione. La famiglia Peugeot deterrà il 25,2% del capitale, mentre GM acquisirà per 304 milioni di euro una partecipazione del 7%. Secondo il vice presidente del produttore americano, questa alleanza rappresenta un’opportunità per ridurre i costi dei materiali e di quelli connessi alla logistica in Europa, e per rendere i prodotti esistenti più efficienti.
GM e PSA non sono gli unici attori del mercato auto, tentati da un’alleanza strategica . L’italiana Fiat continua a cercare attivamente una partnership. “Renault è tecnicamente compatibile con Fiat”, ha dichiarato M. Marchionne.