Ormai è ufficiale: l’Italia, alla fine dello scorso anno, è entrata in recessione. L’Italia ha accusato un calo del Prodotto interno lordo (PIL) dello 0,7% nel quarto trimestre 2011 rispetto al trimestre precedente, secondo i dati ufficiali rilasciati Lunedì 12 marzo dall’Istat, l’Istituto Nazionale di Statistica.
Dopo la contrazione dello 0,2% registrata nel terzo trimestre, questa nuova flessione del PIL rifette e conferma la fase di recessione – che è caratterizzata da un declino rilevato almeno per due trimestri consecutivi – in cui è sprofondata la terza economia della zona euro, appesantita dai piani di austerità a catena, il cui obiettivo è quello di rassicurare i mercati.
In dettaglio, il PIL italiano è sceso nel quarto trimestre a causa di uno scarso rendimento della domanda interna rispetto al trimestre precedente: i consumi sono scesi dello 0,7% mentre le importazioni si sono ridotte del 2,5% e gli investimenti del 2,4%. Contestualmente, le esportazioni sono rimaste stabili da un trimestre ad un altro.
Nel mirino dei mercati a causa del suo enorme debito, che ammonta a 1.900 miliardi di euro (120,1% del PIL a fine 2011), l’Italia, dal 2010, ha moltiplicato le misure di rigore (tra tagli, nuove tasse e rincari), che hanno afflitto la già fragile economia del paese, e rischiano di tradursi in un salasso per le famiglie italiane.
Alla fine gli sforzi intrapresi dal governo per rassicurare i mercati costringeranno il paese al pagamento un tributo decisamente pesante: un indebolimento dell’attività economica che rischia di persistere e protrarsi nel tempo, come appunto dimostrano le ultime statistiche. La produzione industriale è crollata del 2,5% a gennaio su base mensile, un dato significativamente superiore alle aspettative degli economisti, mentre il tasso di disoccupazione ha raggiunto il livello record del 9,2% in gennaio. Allo stesso tempo, la fiducia delle aziende è crollata, attestandosi, nel mese di febbraio al suo livello più basso dal novembre 2009.
Il governo prevede una contrazione del Pil pari allo 0,4% per quest’anno. Ma le istituzioni internazionali sono molto più pessimiste: Bruxelles stima che l’Italia conoscerà un calo dell’1,3% mentre secondo l’FMI (Fondo Monetario Internazionale) il crollo del PIL sarà del 2,2%.