Bisognerà attendere fino alla giornata di domani per la fondamentale firma che andrà a riguardare il programma per la bonifica della zona di Venezia-Porto Marghera e le altre aree industriali vicine: si tratta per l’appunto di un accordo da cui si spera di ottenere delle evoluzioni positive, visto che si andranno a sfruttare tutti i cambiamenti che sono intervenuti dal punto di vista normativo nell’ambito del rispristino ambientale. La zona in questione potrebbe addirittura diventare un modello, un esempio virtuoso da seguire per quel che concerne i vari siti di interesse nazionale, meglio noti con l’acronimo Sin. Come è strutturato nel dettaglio questo specifico piano?
Anzitutto, c’è da precisare che esso si trova all’interno di un documento ancora più corposo, vale a dire un testo di dodici pagine che reca le firme di due dicasteri, quello dell’Ambiente e quello delle Infrastrutture, oltre alla sottoscrizione da parte del Magistrato delle Acque, la Regione Veneto, il Comune di Venezia e la relativa provincia, senza dimenticare l’autorità portuale, strategica in questo caso. Tra l’altro, il programma basa il proprio contenuto sulle previsioni che sono state stilate dal Decreto Salva Italia di recente approvazione: in particolare, si fa riferimento a quelle regole che contemplano investimenti mirati dalla forte caratterizzazione ambientale e innovativa, ma senza interferire e ostacolare le attività che puntano al risanamento vero e proprio.
Le leggi che sono rimaste in vigore fino ad ora hanno avuto delle pecche gravi, in primis quella del freno alle possibilità di investimento a causa del ripristino ambientale di tali zone in maniera soltanto generale. Nei prossimi mesi, invece, l’attenzione verrà focalizzata su quei siti che sono realmente ed effettivamente deteriorati, con l’opportunità piuttosto appetibile di dare spazio a produzioni maggiormente innovative e sostenibili. Dopo Venezia-Porto Marghera potrebbe essere il turno della sarda Porto Torres, bisognosa come non mai di una riconversione opportuna.