Cesare Marchi scriveva in maniera piuttosto laconica nel 1990 come l’unità del nostro paese, quella sognata dai padri del Risorgimento, fosse rappresentata dalla pastasciutta: ma cosa si sta facendo realmente in Italia per preservare questo alimento così fondamentale e prezioso? L’ultima iniziativa di un certo interesse è quella che è stata adottata in maniera congiunta dalla Coldiretti, dalla Coop e dalla Legacoop Agroalimentare, un progetto che punta a far parlare la pasta con un solo linguaggio, quello italiano. L’intento è facilmente intuibile, ovvero la produzione e lavorazione della materia prima soltanto nel nostro territorio, così da permettere un vero e proprio salvataggio di valori e tradizioni.
In aggiunta, l’obiettivo è anche quello di potenziare l’occupazione e il reddito degli agricoltori e dei dipendenti che sono attivi nella intera filiera a cui si sta facendo riferimento. Non è un caso, dunque, che una delle parti maggiormente coinvolte sia un pastificio, vale a dire lo stabilimento Cerere del Consorzio Agrario Lombardo-Veneto, con il grano che verrà pagato ai coltivatori stessi a un prezzo che rappresenterà una sorta di premio. Conoscere alla perfezione l’origine del grano sarà un elemento determinante in questo senso, con i consumatori che saranno avvantaggiati per quel che concerne la qualità totale dell’alimento.
Un brand piuttosto riconoscibile consentirà all’iniziativa di raggiungere il successo che merita; si tratta di “100% Italia”, una locazione che fa subito intendere la chiara provenienza dei cinque formati di pasta di grano duro, la quale potrà essere trafilata attraverso il bronzo, a essiccazione lenta, di qualità ottima e senza alcun ogm (organismo geneticamente modificato). Il rilancio dell’economia italiana può partire da queste basi, le quali hanno consentito al Belpaese di ritagliarsi soddisfazioni importanti in passato; la Coop, ad esempio, ha assegnato al progetto un valore molto alto e indiscutibile, una chiara testimonianza di quali possano essere le capacità e le potenzialità di imprenditori e dei territori.