TomTom, uno dei nomi più noti nel mondo della produzione di dispositivi portatili per la navigazione satellitare (soprattutto, prima dell’avvento di Google e Apple, che ne hanno di fatti sottratto importanti quote di mercato), starebbe considerando di dar seguito a una transazione di delisting, con conseguente uscita dalle piazze azionarie nelle quali è presente. Una voce che ha prodotto un immediato risultato positivo, trascinando la quotazione della compagine ai massimi risultati di negoziazione degli ultimi sei mesi.
Nelle ore successive all’annuncio, infatti, TomTom ha recuperato 46 centesimi per azione, pari al 16% del suo valore, a 3,41 euro, per il più importante balzo dal 24 ottobre ad oggi. Ma cerchiamo di capire cosa ci sia dietro questa scelta, e perchè la transazione di delisting potrebbe apportare dei benefici alla compagnia.
L’indiscrezione segnala che i quattro fondatori della società starebbero considerando di effettuare un’offerta su tutte le rimanenti azioni presenti sulla piazza azionaria insieme al fondo di investimento Cyrte Investments BV e alla Janivo Holding. Pur senza citare alcuna fonte diretta, il magazine Management Team sostiene di considerare come molto attendibile tale rumor, non confermato dai portavoce aziendali.
Il business dei dispositivi di navigazione satellitare personale è diminuito di 10 punti percentuali in Europa, e di 25 punti percentuali negli Stati Uniti durante lo scorso anno, come ribadito dallo stesso amministratore delegato di TomTom, Harodl Goddjin. I dispositivi di Apple (iPhone) e quelli basati sul sistema Android di Google, che possono supportare app di navigazione, hanno colpito duramente il giro d’affari di TomTom, con capitalizzazione conseguente crollata di 80 punti percentuali negli ultimi quattro anni.
Attualmente, le azioni TomTom hanno guadagnato circa 12 punti percentuali da inizio anno, per un controvalore di mercato pari a 756 milioni di euro. Le azioni, ora quotate intorno a 3,5 euro, valevano 56 euro nel 2007.
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