L’autorizzazione da parte della Banca d’Italia in merito ai modelli interni sembra diventata la priorità principale di molti istituti di credito del nostro paese: dopo il caso del Banco Popolare, il prossimo gruppo che dovrebbe essere interessato da questo via libera sembra essere Ubi Banca, ma non si esclude un interessamento nel breve termine per quel che riguarda Credem (Credito Emiliano). In pratica, si tratta di adottare dei modelli interni che poi saranno sfruttati per calcolare i ratio relativi alla vigilanza. Gli analisti finanziari si stanno già sbilanciando sulle cifre più probabili da questo punto di vista. Ad esempio, la stessa Unione delle Banche Italiane potrebbe beneficiare di sessanta punti base a livello di Core Tier1, la componente primaria del capitale di un istituto.
Il valore in questione è comunque molto più basso rispetto a quello che è riuscito a conseguire lo stesso Banco Popolare (ben duecento punti base per la precisione), anche perché Ubi ha richiesto l’autorizzazione a cui si sta facendo riferimento soltanto per un segmento, quello corporate. L’ok definitivo in tal senso e in relazione al segmento retail dovrebbe avvenire invece fra tre anni, dunque occorre ancora attendere del tempo.
Le stime più attendibili in merito allo stesso Core Tier1 parlano chiaramente di una percentuale di poco inferiore al 10% (9,8%), a causa soprattutto di due fattori, vale a dire i rating di Irb e l’assenza di qualsiasi tipo di conversione del prestito Smc. In aggiunta, non bisogna dimenticare che il vantaggio che potrebbe ricavare Credem dovrebbe essere pari a cento punti base, ovvero un totale che non è compreso nelle stime attuali. Per concludere, si possono ricordare i rating affibbiati a Ubi Banca da Equita Sim: il prezzo obiettivo è di 3,9 euro per quel che concerne il titolo azionario, con la valutazione “hold” che riflette la sospensione per eccesso di rialzo (oltre gli otto punti percentuali).