Vodafone ha subito una pesante flessione degli utili dal bilancio d’esercizio chiuso al 31 marzo 2012. A pesare significativamente sul bilancio della compagnia telefonica, è stata la contrazione del giro d’affari e della redditività delle strutture in Italia e in Grecia. Una situazione che tuttavia non dovrebbe nuocere alla crescita di medio termine della compagnia, ma che apre margini di interpretazione piuttosto ampi sul fronte della redditività di breve termine.
Ne è conseguita la chiusura dell’esercizio con utile netto di gruppo in calo del 12,7% a poco meno di 7 miliardi di sterline, e un utile adjusted per azione pari a 14,91 pence (in flessione di 11 punti percentuali). I ricavi sono saliti dell’1,2 per cento a 46,4 miliardi di sterline, mentre l’Ebitda è sceso dell’1,3 per cento a 14,5 miliardi di sterline.
Il gruppo distribuirà una cedola finale di 6,47 pence per azione, che porta il dividendo annuo ordinario complessivo a quota 9,52 pence per azione, in incremento di 7 punti percentuali rispetto all’esercizio precedente. Se tuttavia si includono i 4 pence relativi al dividendo speciale, la cedola distribuita agli azionisti sarà pari a 13,52 pence, in incremento di ben 52 punti percentuali rispetto all’esercizio precedente.
Come già anticipato, la società ha registrato una flessione del giro d’affari nel vecchio Continente (- 1%), con una forte penalizzazione soprattutto nel nostro Paese e in Grecia.
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Per il 2013, la società prevede un incremento dell’utile operativo adjusted a 11,532 miliardi di sterline (- 2,4 per cento) atteso in un range tra 11,1 miliardi di sterline e 11,9 miliardi di sterline, e una stabilità sostanziale del free cash flow, pari a 6,105 miliardi di sterline (- 13,45 per cento), stimato tra 5,3 miliardi di sterline e 5,8 miliardi di sterline. Sul bilancio pesano oneri straordinari per 4 miliardi di sterline, per la svalutazione degli avviamenti in Italia, Spagna, Portogallo e Grecia.