Il comparto del caffè italiano è interessato in queste ultime ore da una operazione davvero importante: Cafè do Brasil, azienda napoletana leader per quel che concerne questa specifica commercializzazione, ha infatti deciso di acquisire la cagliaritana La Tazza d’Oro. Come può essere interpretata una mossa del genere? Anzitutto, bisogna ricordare che il colosso partenopeo vanta la proprietà di due marchi commerciali di peso, vale a dire Kosè e Kimbo, quindi in questa maniera si cerca di espandere ulteriormente le attività a livello nazionale. D’altronde, l’esercizio finanziario del 2011 si è chiuso in maniera davvero brillante, tanto che i ricavi sono aumentati di ben 8,7 punti percentuali.
Tra l’altro, questo successo si spiega con il prestigio maggiore assunto da Kimbo, la marca di caffè che viene sfruttata nei locali più importanti (come ad esempio quelli dei teatri), ma non bisogna dimenticare nemmeno la presenza estera in forte espansione (si contano circa 11mila bar soltanto in Francia) e la collaborazione strategica e proficua con Autogrill. I partner di Cafè do Brasil sono sempre più numerosi e questo conferma l’ottimo momento di salute della compagnia. Il canale che si andrà a sviluppare in tale maniera è quello che viene identificato con la sigla Ho.Re.Ca. (l’acronimo sta a indicare Hotellerie, Restaurant e Cafè), quindi non si poteva che puntare sull’azienda sarda.
La scelta è ricaduta su La Tazza d’Oro proprio perché l’excursus storico è simile, con due società nate molti anni fa con semplici torrefazioni e poi progressivamente diventate sempre più moderne. Il rispetto della tradizione e della cultura è un altro punto in comune. Il management non cambierà, i marchi de La Tazza d’Oro saranno mantenuti, quindi i consumatori potranno sempre fare affidamento sulle linee, sulle cialde e sulle capsule tradizionali, l’unico cambiamento da sottolineare è quello delle linee guida, inevitabilmente dettate da oggi da Cafè do Brasil.