Sono passati più di dieci anni da quando l’Argentina ha mostrato il lato peggiore della propria finanza: il default della nazione sudamericana ha sconvolto la vita di molti risparmiatori e investitori e avere giustizia non è stato sempre semplice. Il rischio prescrizione ha messo a repentaglio le ultime speranze dei danneggiati, ma le notizie liete si possono ancora scorgere. Ad esempio, il Tribunale di Parma ha appena condannato un istituto di credito (nella sentenza non compare il nome come accade di consueto in questi casi) a risarcire tutti i danni subiti a una risparmiatrice che si era avventurata nell’investimento in titoli obbligazionari argentini. La pronuncia è stata resa nota dalla Confconsumatori, l’associazione dei consumatori che ha assistito questa persona in tutto il giudizio, mettendo a disposizione le proprie consulenze legali.
Entrando maggiormente nel dettaglio, c’è da dire che il risarcimento in questione è stato pari a oltre 42mila euro (42.167,16 euro se si vuole essere precisi all’estremo): l’avvocato che ha ottenuto questa vittoria così importante è Giovanni Franchi, il quale ha voluto mettere in luce la situazione particolare che si è venuta a creare. In pratica, è stato spiegato come sia singolare che la banca condannata abbia dovuto versare l’intero capitale investito, con tanto di una maggiorazione relativa ai tassi di interesse.
In aggiunta, si è provveduto a dedurre solamente la cedola che era stata riscossa, mettendo invece da parte l’importo attuale dei titoli (circa il 30%). L’investimento della risparmiatrice è stato posto in essere in titoli e il rendimento è stato maggiore di quanto preventivato. L’unica pecca è che il giudizio sia arrivato così tardi e che altri consumatori nello stesso stato non sono stati trattati alla stessa maniera per la già citata prescrizione. Il tribunale emiliano ha ravviso l’inadempimento della banca, dopo aver chiarito alla cliente in questione che la scelta di tali bond non era affatto adeguata.