Non saranno certo contenti gli albergatori del nostro paese di quanto certificato dall’ultima analisi della Cgia di Mestre: secondo l’associazione veneta, infatti, sono proprio loro i soggetti maggiormente colpiti per quel che riguarda il versamento dell’Imposta Municipale Unica (Imu). Si tratta di un esborso finanziario pari a 8.450 euro per ogni singola persona, una cifra davvero molto alta. La confederazione mestrina ha voluto esaminare nel dettaglio quali sono le categoria economiche italiane che vengono interessate da questa imposizione fiscale e il primato è andato proprio agli albergatori. Lo studio in questione, inoltre, si è avvalso dell’applicazione di quella che attualmente l’aliquota ordinaria, vale a dire il 7,6 per mille, nonostante i comuni abbiano la facoltà di aumentarla fino al 10,6 per mille.
Ci si è avvalsi, poi, anche delle rendite catastali nazionali. Non possono essere allegri nemmeno coloro che fanno parte della grande distribuzione, visto che il contributo ad essa richiesto ammonta a quasi seimila euro l’anno (5.930 per la precisione). La terza piazza di questa ideale classifica viene completata dagli industriali, il cui prelievo non è certo da meno, con un’Imu pari a 4.725 euro per ogni singolo capannone. Quali altri numeri possono essere menzionati in questo senso? Gli artigiani che appartengono al settore produttivo e i piccoli industriali dovranno far fronte al versamento di 2.756 euro, mentre i liberi professionisti avranno l’obbligo di sborsare 1.468 euro l’anno.
La lista in questione viene completata dai piccoli commercianti e gli esercenti, il cui tributo dovrebbe essere fissato attorno ai 729 euro, e dagli artigiani più piccoli, con 574 euro, l’importo più basso in assoluto di questo studio. Secondo Giuseppe Bortolussi, numero uno della Cgia, si tratta di stime non proprio incoraggianti, soprattutto se si tiene conto del fatto che i consumi sono in continua contrazione e che si rischia seriamente di far chiudere molte aziende, in primis quelle di dimensioni minori.