L’urgenza più imminente di Monte dei Paschi di Siena è quella di vendere il 60% di Biverbanca, la cassa di risparmio di Biella e Vercelli: le intenzioni sono state rese note dall’amministratore delegato del gruppo toscano, Fabrizio Viola, il quale non ha ancora precisato la data effettiva per tale operazione. Tra l’altro, non si conoscono al momento nemmeno i pretendenti, anche se si fanno i nomi di Banca Popolare di Vicenza e della Cassa di Risparmio di Asti, come anche la valutazione rimane oscura, nonostante qualche indiscrezione che l’ha fissata a duecento milioni di euro. Una smentita secca, al contrario, è stata quella relativa alla cessione del marchio Antonveneta, ma non è escluso che si possa intervenire in questo senso sugli sportelli.
Insomma, Viola ha affrontato un discorso a tutto tondo, chiarendo gli aspetti più importanti del momento storico attuale. A suo dire, infatti, la collaborazione instaurata con la Banca d’Italia è preziosa e reciproca, anche perché bisogna ricordare che Mps deve rispettare una scadenza molto importante il prossimo 30 giugno. In effetti, l’European Banking Authority (Eba) ha richiesto alla Rocca Salimbeni alcuni accertamenti in merito al capitale e per dimostrare che tutte le carte sono in regola sono già previste delle emissioni finanziarie: in particolare, si parla con insistenza di un CoCo Bond (titoli obbligazionari convertibili) per un importo complessivo di un miliardo di euro, evitando invece la strada dell’aumento di capitale.
L’obiettivo che bisogna raggiungere per quel che concerne il Core Tier1, vale a dire la componente primaria del capitale, è pari a nove punti percentuali e l’impegno per avvicinarsi ad esso è stato sostanzioso. Secondo alcuni analisti finanziari, inoltre, i già citati CoCo Bond potrebbero avere un ammontare decisamente inferiore, qualora si decidesse di cedere Biverbanca e gli sportelli, anche perché il gap Eba è pari a settecento milioni di euro e va ridimensionato al più presto.