Facebook ha dichiarato di aver nominato la prima donna all’interno del proprio consiglio di amministrazione. Spegnendo le “critiche” per aver composto il board di soli uomini, Mark Zuckerberg ha così accolto l’attuale chief operating officer Sheryl Sandberg come prima consigliera di amministrazione donna.
“Sheryl è stata una delle mie partner d’affari nella gestione di Facebook” – ha affermato l’amministratore delegato Zuckerberg in un comunicato stampa di recente pubblicazione – “La sua complicità nella nostra mission, l’opportunità di lungo termine e la sua esperienza su Facebook e in consigli di amministrazione di compagnie quotate, costituisce un naturale valore aggiunto per il nostro board”.
Gli analisti sembrano essere piuttosto soddisfatti della mossa compiuta dal social network, ritenendo che la diversità di esperienze nel consiglio di amministrazione possa costituire una spinta ulteriore verso il progresso gestionale della società e, di conseguenza, un ritorno più positivo per gli azionisti.
Ma la scelta di introdurre una nuova donna all’interno del consiglio di amministrazione di Facebook non può che essere stata influenzata dalle numerose proteste che sono giunge sulle scrivanie di Zuckerberg nel corso degli ultimi mesi. Il California State Teachers’ Retirement System, che gestisce fondi per 145 miliardi di dollari, aveva domandato lo scorso febbraio a Facebook di includere almeno una donna nel consiglio di amministrazione, sottolineando come l’eterogeneità del board potesse costituire un incremento delle performance e delle capacità di governance.
Il gruppo Face It Campaign effettuò una simile richiesta, domandando una più accentuata diversificazione del board, ad inclusione di donne e minoranze. UltraViolet, una organizzazione per i diritti delle donne, rilancia: una sola donna nel consiglio di amministrazione di Facebook non è sufficiente. Vedremo se gli appelli cadranno nel vuoto, o se Zuckerberg si piegherà nuovamente per accogliere nuove quote rosa all’interno del board del social network.