Il bilancio è severo per PSA, che finalizza la prima chiusura di uno stabilimento di produzione di autovetture in Francia dal 1992 e taglia circa 8.000 posti di lavoro. Quali le ragioni che hanno fatto inabissare il primo costruttore di auto francese?
L’ultima chiusura di un sito produttivo di auto in Francia risaliva a venti anni fa, e in quel caso si trattava di Renault-Billancourt . Ciò significa che la decisione di PSA Peugeot-Citroen di interrompere l’attività nello stabilimento di Aulnay-sous-Bois, nel 2014, è un fulmine a ciel sereno per tutto il settore industriale francese. Attualmente qui vine prodotta la Citroën C3, mentre il secondo stabilimento nella’area di parigi, quello di Poissy, realizza la Peugeot 208, la stessa C3 e la DS3. Al di là dei 3.000 posti di lavoro a richio, questa misura simboleggia tutte le difficoltà economiche del primo costruttore automobilistico francese.PSA amplifica e moltiplica tutti i peggiori indicatori. Il gruppo ha annunciato una perdita operativa di 700 milioni di euro e vendite in Europa in calo del 15,2% nel primo semestre del 2012. L’anno scorso, il prezzo delle azioni ha perso il 60% del loro valore. La situazione non dovrebbe migliorare, al contrario: la crisi economica in Europa rischia di complicare le cose e di non sciogliere affatto i nodi in casa Peugeot.
Uno scenario ancora più difficile da digerire se paragonato ai risultati della rivale francese Renault, la cui performance è per lo meno incoraggiante. Nel 2011 il marchio ha saputo ridurre il suo debito di oltre un miliardo di euro, mentre quello di PSA aumentava nella stessa misura.
Perché il motore economico di Peugeot-Citroen si è ingolfato? Ecco i quattro princiapli motivi.
1) Europa – PSA, il secondo produttore europeo di auto, alle spalle della tedesca Volkswagen, realizza il 61% del suo fatturato nel Vecchio Continente. In un momento in cui tutti gli occhi sono puntati su Cina e BRIC (Russia, India e Brasile), questa Euro-dipendenza non è un buon auspicio. Renault, nel frattempo, ha saputo limitare al 53% le sue vendite in Europa, evitando così di sviluppare la dipendenza da un Europa che non gode di ottima salute. Il gruppo riconosce inoltre nella sua relazione finanziaria per il 2011, di essere troppo presente nei paesi dell’Europa meridionale – Spagna, Portogallo, Italia – dove la crisi economica è più grave.
2)Isolamento. – Dov’è la “Nissan” di PSA? Renault sfrutta al meglio la sua partnership con il produttore giapponese che gli permette di avere catene di costruzione comuni e volumi di vendita combinati (8,03 milioni di auto vendute) paragonabili a quelli di Volkswagen e General Motors. Peugeot-Citroen ha firmato un’alleazza “strategica” con General Motors a fine febbraio 2012, ma gli effetti non dovrebbero vedersi prima del … 2016, secondo il CEO di PSA Philippe Varin.
3)Costi – I costi di produzione di PSA non sono affatto di gradimento dei mercati. Il produttore francese produce ancora il 44% delle sue vetture in Francia contro solo il 23% per Renault. Secondo un calcolo effettuato Giovedì dal quotidiano conservatore Le Figaro, i costi per la costruzione di un auto in Francia sono nettamente superiori: circa 700 euro in più che in Slovacchia, per fare un esempio. Con il crollo della domanda europea, gli impianti europei di Peugeot-Citroen funzionano solo al 65% della loro capacità. Ma per essere redditizi, secondo uno studio pubblicato all’inizio del 2012 dalla tedesca Deutsche Bank, dovrebbero produrre almeno al 75% del loro potenziale.
4) Gamma troppo alta – La sfida di Philippe Varin – alzare la gamma PSA – sembra rischiosa. Secondo il patron del gruppo, in Europa le city car e le auto più piccole di Peugeot-Citroen, sono state particolarmente colpite (-10% delle vendite nel 2011 rispetto al 2010). D’altra parte, i mercati emergenti sono saturi di marchi low-cost. Il gruppo PSA dovrebbe dunqueri posizionarsi nella fascia più alta. Ma Peugeot-Citroen rischia, compiendo questo passo, di confrontarsi (e scontrarsi) con le auto tedesche, che dominano questo segmento da decenni.
PSA si augura che il piano di riorganizzazione possa fa tornare la situazione finanziaria del gruppo al break-even point entro la fine del 2014. Il gruppo presenterà i suoi risultati finanziari provvisori riferiti al 2012 il 25 luglio.