Bioera ha dichiarato guerra alle informazioni e ai commenti che si stanno susseguendo da diverso tempo sul suo conto: è proprio per questo motivo che la società milanese, attiva nella produzione e distribuzione di prodotti biologici e di cosmesi (il gruppo è quotato a Piazza Affari), ha deciso di inviare alla Consob (Commissione Nazionale di Società e di Borsa) un esposto formale per ottenere maggiore tutela. Che cosa sta accedendo di preciso?
L’azienda di Via Palestro si è scagliata anche contro le fonti che provengono dal mercato nazionale, ritenendo ogni commento inesatto e non completo. Bioera è nata nel 2004 e attualmente può vantare un insieme di marchi commerciali piuttosto importanti, in primis Crudigno, Fonte della Vita e Ki. Uno degli avvenimenti più recenti che ha fatto più parlare è stata la nomina di Daniela Santanchè alla guida del gruppo stesso. Come è noto, si tratta di una esponente politica piuttosto famosa e il suo insediamento è avvenuto per cooptazione dal consiglio di amministrazione di Bioera: in pratica, il cambio di gestione si è reso necessario alla luce delle dimissioni di Giovanni Mazzaro, tra l’altro ex compagno della Santanchè. I principali problemi, però, risalgono allo scorso mese di maggio.
In effetti, l’assemblea dell’azienda lombarda ha dovuto affrontare due tematiche piuttosto calde, vale a dire la riduzione del compenso per quel che concerne i componenti del consiglio di amministrazione e l’azione di responsabilità nei riguardi dei liquidatori cessati e degli amministratori esecutivi in carica (con eventuale revoca). L’appiglio della Consob è utile per salvaguardare gli interessi della società: tra l’altro, uno degli ultimi atti di Mazzaro come presidente è stato proprio quello di segnalare in un comunicato stampa l’inconsistenza di alcuni fatti denunciati da un socio di minoranza, oltre alla iniziativa ritenuta fin troppo pretestuosa da parte dello stesso, con il compenso degli amministratori a rappresentare il pomo della discordia.