Il “Liborgate” potrebbe costare molto caro alle banche coinvolte nello scandalo. Fino a 22 miliardi di dollari tra sanzioni e danni a investitori e controparti, secondo le stime di Morgan Stanley. Barclays ha pagato 456 milioni di dollari il mese scorso alle autorità statunitensi e britanniche per aver tentato di manipolare il tasso di prestito interbancario, il London Interbank Offered Rate, punto di riferimento per 360 trilioni di dollari in derivati, prestiti e mutui.Da due settimane, lo scandalo Libor scuote le grandi banche internazionali. Barclays, unica ad avere confessato il “misfatto”, è ora senza testa. Bob Diamond, ex capo della banca britannica, si è infatti dimesso.
Lo studio di Morgan Stanley aggrava lo scenario ed amplia le dimensioni di quello che viene descritto come lo scandalo finanziario del secolo. Il broker statunitense ha pubblicato una nota di ricerca in cui prova a quantificare le conseguenze, in termini di costi e di immagine del contenzioso legato al “Liborgate”. Per undici grandi banche internazionali, che avrebbero manipolato il Libor, un tasso interbancario di importanza colossale nel finanziamento dell’economia globale, il danno rischia di essere particolarmente ingente.
Mentre Barclays ha già pagato $450 milioni, beneficiando di uno “sconto” del 30% per aver svuotato il sacco e scelto di collaborare, gli analisti di Morgan Stanley si aspettano una sovrastima fino al 30% delle ammende che potrebbero essere imposte alle altre dieci banche nel mirino: Bank of Anmerica, Citigroup e JPMorgan negli Stati Uniti, , Royal Bank of Scotland, HSBC e Lloyds nel Regno Unito, Credit Suisse e UBS in Svizzera, Deutsche Bank in Germania, e Société Générale in Francia. Su questa base, ogni banca pagherebbe in media 850 milioni di dollari (o 690 milioni di euro). Un simile scenario avrebbe un impatto diretto sui conti di questi giganti del credito, il cui utile per azione, per l’anno 2012, potrebbe crollare del 3%, sino al 33%.
In aggiunta a queste sanzioni, Morgan Stanley stima il costo della difesa legale che le banche sarebbero costretto ad affrontare se fossero citate in giudizio da clienti o imprese frodate. Sui 350.000 miliardi di prodotti derivati direttamente collegati al Libor che circolano ogni anno nel mondo della finanza, 85.000 miliardi di dollari sono proprio destinati a clienti individuali e imprese. Secondo Morgan Stanley, circa il 30% delle cause avviate porterebbe a un risarcimento. Considerato inoltre che i sospetti di frode si estendono su un periodo di quattro anni (dal 2005 al 2009), i consumatori potrebbero pretendere circa 7,8 miliardi di dollari. Così, a partire dall’esposizione di ciascuna banca agli asset indicizzati al Libor, Morgan Stanley stima un costo di 60 milioni per Lloyds, di 1,1 miliardi di dollari per Deutsche Bank e RBS e di 350 milioni per Societe Generale
In totale, il conto potrebbe salire nei prossimi due anni sino a quasi 22 miliardi di dollari per tutte le banche sospettate di essere coinvolte nello scandalo Libor. Morgan Stanley, che sottolinea l’estrema difficoltà di prevederne le conseguenze, ha precisato che le stime non comprendono le ripercussioni delle indagini americane ed europee attualmente in corso. Il 6 luglio, è stata aperta anche un’indagine penale. Sanzioni pecuniarie troppe cospicue, rischierebbero tuttavia di danneggiare il sistema bancario mondiale … salvato grazie agli interventi pubblici e con i fondi di salvataggio al culmine della crisi economica e finanziaria.
Questo Venerdì, Joaquin Almunia ha precisato che l’Europa concentra principalmente la sua ricerca sull’esistenza di un cartello e di un accordo sulla fissazione dei tassi Libor, ma anche dei cugini Euribor (europeo) e Tibor (giapponese). Secondo il Washington Post, il segretario al Tesoro Usa Timothy Geithner aveva messo in guardia le autorità britanniche circa la manipolazione del Libor già nel 2008.