La Fondazione Pietro Manodori, ente privato senza scopo di lucro e che fa capo alla Cassa di Risparmio di Reggio Emilia, sta vivendo una delle fasi più delicate della propria storia: non è un caso, infatti, se l’ultima riunione del consiglio generale ha fatto emergere la totale assenza di denaro per le erogazioni dei prossimi mesi e dei prossimi anni. Come è possibile che le casse di un ente dalla tradizione storica così lunga siano vuote?
Le principali responsabilità sono da imputare agli ultimi anni di gestione finanziaria, tanto che ora si è reso necessario un prestito, il quale sarà garantito da una banca di nazionalità straniera e con un tasso agevolato a impreziosire il tutto. Forse, però, sarebbe necessario anche rivolgere l’attenzione alla diversificazione del patrimonio e ad altre attività strategiche che possano risollevare le sorti della fondazione. Gli anni di pessima gestione sono stati ben dodici, tanto che sono andati in fumo in questa maniera la bellezza di 661 milioni di euro. Si fa molto affidamento sul titolo azionario di Unicredit, tanto che la partecipazione in questione ha appena beneficiato di un aumento di capitale che ha fatto lievitare il patrimonio fino a 145 milioni di euro.
Ma basterà tutto ciò? Il titolo dell’istituto di Piazza Cordusio non è certo uno dei più brillanti, anzi gli analisti finanziari sono convinti che non vi sarà alcun recupero dagli attuali 2,6 euro. Le critiche interne, poi, non mancano, visto che molti quesiti e dubbi erano stati esposti in modo chiaro nei mesi passati, ma tutto è rimasto sotto silenzio. Ora è la politica locale a volersi interessare della questione, questa non viene considerata un’ingerenza, ma un normale interessamento che può avvicinare la soluzione migliore. D’altronde, Reggio Emilia e i suoi cittadini devono pur sapere cosa intende fare la Fondazione Manodori, tanti anni di storia non si cancellano in un solo istante.