Sono giorni di lavoro molto intenso all’interno del gruppo Veneto Banca: come ha chiaramente fatto intendere Vincenzo Consoli, amministratore delegato dell’istituto di Montebelluna, la società ha un forte bisogno di essere rivista da alcuni punti di vista, dato che molti costi vanno senza dubbio contenuti, cercando di guadagnare allo stesso tempo la maggiore efficienza possibile, nonostante il momento attuale sia piuttosto incerto per quel che concerne il mercato.
Ma se si guarda agli ultimi anni della banca trevigiana, ci si accorge sicuramente della crescita piuttosto interessante che è stata registrata, grazie, in particolare, a due acquisizioni, vale a dire quella di Bim (Banca Intermobiliare) e di Carifac (Cassa di Risparmio di Fabriano e di Cupramontana). In aggiunta, non bisogna dimenticare che il modello della “banca unica” è stato adottato con buoni risultati, anche perché si tratta di una delle strategie migliori per monitorare i territori di interesse. Quali scenari si potranno configurare nei prossimi mesi? Nel dettaglio, i vertici aziendali sono intenzionati a far nascere un gruppo che sia formato da un’unica banca tutta italiana, oltre che da quattro società estere controllate e dal polo che è specializzato nel settore del private banking (il riferimento in questo caso sarà la già citata Banca Intermobiliare).
Vi sarà poi ampio spazio per la ristrutturazione del gruppo, anche se il progetto deve ancora essere definito nei dettagli, coinvolgendo i sindacati interni di Veneto Banca, come previsto espressamente dal contratto nazionale. Il documento in questione non fa però dormire sonni tranquilli a molti dipendenti, dato che sono state annunciate diverse azioni di contenimento finanziario e di recupero della redditività, misure traducibili in ben 246 esuberi: le direzioni coinvolte in tal senso saranno quelle di Montebelluna, ma anche le divisioni BancApulia e Carifac, nonostante l’istituto di credito abbia assicurato in più di una occasione che il lavoro verrà salvaguardato in ogni modo possibile.