Oltre sette punti percentuali di ribasso: è questa la performance finale e pesantissima di cui è stato protagonista ieri il titolo azionario di Telecom Italia. Che cosa è successo per far registrare un declino tanto evidente? La principale motivazione va ricercata nella decisione dell’Anatel, l’autorità che in Brasile vigila e regola le telecomunicazioni. In pratica, l’ente sudamericano ha deciso di bloccare tutte le vendite di servizi che fanno capo a Tim, Oi e Claro in alcuni stati brasiliani, visto che vi sono state troppe segnalazioni e ripetuti reclami da parte della clientela.
Non poter contare sulle attività in questo paese è deleterio per Telecom, visto che proprio il Brasile ha rappresentato negli ultimi anni un sostegno fondamentale per la crescita. Le vendite di piani tariffari relativi alla telefonia mobile non saranno ora più possibili a partire dal prossimo 23 luglio e Borsa Italiana non poteva che recepire il malumore per una notizia simile. Oltre alle già citate Oi e Claro, aziende sudamericane, la divisione italiana che è coinvolta è Tim Brasil, la controllata locale di Telecom Italia. I piani in questione non potranno essere promossi in stati importanti per quel che concerne la densità di popolazione come Rio de Janeiro e Minas Gerais.
A questo punto, la società attiva nelle Tlc dovrà decidere se ricorrere in appello contro l’Anatel, altrimenti si rischiano altri impatti negativi. Il titolo di Telecom Italia aveva fatto registrare degli importanti massimi di periodo poco più di due settimane fa, ma poi la situazione è mutata in maniera profonda. D’altronde, questa settimana aveva già fatto capire che le difficoltà sarebbero state importanti, tanto è vero che i compratori non hanno mai voluto aumentare le loro posizioni, rendendo più semplice la vita ai venditori. Quello che si teme maggiormente ora è un calo verso il minimo storico che è stato toccato lo scorso 6 giugno, vale a dire 0,6515 euro.