Due mesi e mezzo dopo la sua IPO, Facebook ha rivelato i primi conti di fine trimestre. Il social network ha ora 955 milioni di utenti attivi ma secondo i documenti pubblicati dal gruppo, l’8,7% di questi, pari 83,09 milioni di profili, è falso. Una stima in aumento rispetto ai dati riportati nel mese di marzo.
Di questi, il 4,8% ha un profilo doppio, ovvero un account che l’utente possiede, in aggiunta al principale. Sono, invece, il 2,4 per cento i cosiddetti profili “mal-classificati”, attivati per conto di un’azienda, una organizzazione o, persino, un animale. Infine, circa l’1,5 per cento degli account è classificato come “indesiderabile”: si tratta di profili falsi creati soprattutto per veicolare spam sulla rete. Se si pensa che l’83% dei ricavi di Facebook ha avuto origine proprio da pubblicità di terzi nei primi sei mesi del 2012…“Abbiamo generato la maggior parte dei nostri ricavi da pubblicità. La perdita di inserzionisti o di riduzione della spesa da parte degli inserzionisti di Facebook potrebbe danneggiare seriamente il nostro business”, ha dichiarato l’azienda. E se il “Mi piace” sui prodotti fosse di un utente falso? Questa è la domanda che si pongono gli inserzionisti di Facebook e il rischio è che, venendo meno la fiducia, possano anche decidere di disertare il social network. Un rapporto pubblicato la scorsa settimana dal Press Limited indica che l’80% dei click sugli annunci presenti in Facebook proveniva proprio da fake users.
Vi è anche la preoccupazione che le nuove leggi sulla pubblicità, così come le fluttuazioni del prezzo della pubblicità online, l’uso di servizi gratuiti da parte delle imprese – come le pagine di Facebook – , piuttosto che l’acquisto di spazi pubblicitari possano rappresentare un ulteriore osatcolo, ed avere un impatto negativo sulle finanze della società di Mark Zuckerberg.
“La nostra performance di business diventa sempre più dipendente dalla nostra capacità di aumentare i livelli di coinvolgimento degli utenti e la monetizzazione sui mercati esistenti e nuovi”. Ciò significa che Facebook ha bisogno di due cose: non avere i mass media contro e poter contare sull’entusiasmoe la fiducia dei suoi utenti. “Se la gente non percepisce che i nostri prodotti sono utili, affidabili e degni di fiducia, non possiamo attirare gli utenti o trattenerli, e aumentare la frequenza e la durata del loro impegno”.
A conti fatti, quindi, la comunità di Facebook è molto più piccola del previsto? Una cosa è certa: il social network ha subito molte battute d’arresto dalla sua IPO, e oggi ha anche un minor numero di investitori.
Il titolo è crollato di quasi la metà rispetto al prezzo dell’IPO, avvenuta undici settimane fa. Giovedì l’azione si era avvicinata a 19 dollari, per poi risalire in un contesto di generale ottimismo registrato sul mercato nella giornata di Venerdì, e chiudere a 21,09 dollari (5,24%). Dallo sbarco in borsa, il crollo del titolo Facebook è stato del 47%. Per il fondatore del gruppo, che esce dalla classifica dei dieci uomini più ricchi del web, si tratta di una perdita di oltre 9 miliardi di dollari.
La scorsa settimana, Facebook non è nemmeno riuscito a rassicurare il mercato, diffondendo risultati poco brillanti, con un utile trimestrale in linea con le aspettative, ma accompagnato da una crescita delle vendite generalmente considerata deludente.
Facebook è stata sopravvalutato ed è ora una vittima del suo stesso successo? Oggi tutti sono su Facebook…Non manca davvero nessuno (o quasi). E’ anche per questo che nascono false identità, che gli utenti si spostano altrove, oì si sentono inevitabilmente meno coinvolti ed entusiasti Facebook è probabilmente cresciuto troppo in fretta, senza una vera missione (almeno spiegata al pubblico) ed ora sembra smarrito. Tanto più che gli inserzionisti, che possono misurare l’impatto delle loro campagne pubblicitarie su Facebook, sembrano dubbiosi. Facebook deve ancora dimostrare di essere un buon ritorno sugli investimenti. Ma per alcuni osservatori, i fondamentali rimangono comunque positivi.