General Motors (GM), leader del mercato auto a “stelle e strisce”, ha registrato un crollo pari al 40% dell’utile, a causa, soprattutto, delle perdite accusate in Europa e del tasso di cambio sfavorevole. Ed è proprio nel Vecchio Continente che il gruppo spera di raggiungere un accordo entro l’autunno con i sindacati, che si oppongono alla chiusura di stabilimenti europei.“Il fatto è che tutti i nostri numeri sono in calo rispetto allo scorso anno. Questo non è accettabile”, ha commentato il capo di GM, Dan Akerson, in una conferenza di analisti.
Se l’utile netto si è attestato a 1,5 miliardi di dollari nel secondo trimestre, un risultato migliore del previsto, (gli utili per azione sono stati pari a 90 centesimi, mentre gli analisti si aspettavano un risultato di 74 centesimi), le vendite sono diminuite del 4,5%, precipitando a 37,6 miliardi di dollari, deludendo le aspettative. In Europa, dove le auto prodotte hanno i marchi Opel e Vauxhall, GM ha perso 400 milioni di dollari dopo una perdita di 256 milioni registrata nel primo trimestre.
In una conference call con gli analisti, il CFO Dan Amman, ha ammesso che l’Europa rimane una zona “estremamente difficile”, in cui, tuttavia, vi sono ancora margini per un piano di riorganizzazione e di riduzione dei costi. Non abbiamo la sfera di cristallo per indovinare i cambiamenti fondamentali in Europa”, ma “questa sarà la sfida dei prossimi trimestri”, ha commentato Amman.
Dopo essere stato posto sotto la protezione del Capitolo 11 (la procedura di amministrazione straordinaria per bancarotta degli Stati Uniti) nel 2008, il gigante di Detroit è tornato di nuovo il numero uno nel 2011. Ma alcuni stabilimenti del Vecchio Continente sono a rischio.
Intanto, il sindacato tedesco IG Metall ha annunciato di rifiutare qualsiasi negoziato su una chiusura degli impianti in Europa, dopo che un portavoce di General Motors aveva fatto riferimento ad un progetto, in discussione con i sindacati, in tal senso. Sul tavolo delle trattative, princiaplemente la riduzione della capacità produttiva.
Opel si configura oggi come l’anello debole all’interno del gruppo GM, colosso automobilistico statunitense, società madre della filiale tedesca dal 1929. L’America del Nord si conferma essere il mercato più redditizio di General Motors, che qui registra un utile di 2 miliardi di dollari, in calo del 9% anno su anno. I profitti della divisione in Asia sono rimasti invariati, a $ 600 milioni, mentre quelli del Sud America, in sostanziale pareggio, contro un utile di 100 milioni un anno prima.