L’aggaravarsi della crisi del debito in zona euro non sembra aver urtato i giganti del settore, almeno per ora … l’industria del lusso continua a sfavillare, in mezzo alle tenebre dell’economica globale. Richemont, il numero due al mondo con sede a Ginevra, proprietaria di marchi come MontBlanc, Lancel, Cartier, Chloe o Baume & Mercier, ha avvertito che le vendite del gruppo per i quattro mesi conclusi a fine luglio sono aumentate del 24%: il risultato operativo e l’utile netto dovrebbero pertanto crescere del 20 e 40%, rispettivamente, nel primo semestre 2012 (contro il consensus di Bloomberg che stimava una progressione del 18% e del 31% nello stesso periodo).Il gruppo ha assunto 800 dipendenti lo scorso anno in Svizzera e prevede di creare almeno 400 nuovi posti di lavoro. Durante i primi sei mesi del 2011/12, Richemont ha raggiunto un utile netto di 709 milioni di euro (852 milioni di franchi), il 10% in più rispetto all’anno precedente. L’impatto dell’apprezzamento del franco svizzero nel 2011 potrebbe essere stato limitato da un aumento dei prezzi.
La crescita nei mercati emergenti, così come la mania per i beni di lusso dei turisti asiatici in visita in Europa, ha permesso ai gruppi del settore di compensare l’impatto della diminuzione del potere d’acquisto in Europa, schiaffeggiata dalla crisi e dall’austerità.
L’azienda è attualmente in una fase di forti investimenti, e sta spingendo verso l’alto la sua capacità produttiva mentre si prepara ad aprire nuove boutique. Nel mese di aprile Richemont ha annunciato un investimento di 100 milioni di CHF in un progetto (orologi di lusso9 che verrà inaugurato a Meyrin (GE) nel 2014.
Restano le preoccupazioni sulla Cina, il principale motore per il settore, dove la crescita economica ha rallentato ed i consumatori si mostrano più cauti, in attesa del cambio di governo previsto questo autunno. Gli analisti temono per questo un rallentamento della domanda da parte del paese.
La stella di Richemot, non è però la sola a brillare:Hermes, LVMH, PPR e Prada hanno pubblicato risultati eccellenti. Il gruppo italiano Prada (con i marchi Parada e Miu Miu) ha reso noto i suoi risultati: una crescita del 36,5% del fatturato nel primo semestre (gennaio-giugno), attestatosi a 1,55 miliardi di euro. A far da traino, una crescita importante in Asia, superiore a quella registrata in altri mercati. Le vendite del gruppo milanese, quotato a Hong Kong ,sono salite del 45% nella regione Asia-Pacifico (escluso il Giappone, che è cresciuto “solo” del 34,2%), contro il 37,3% in Europa, il 31% nelle Americhe e il 21,7% in Italia.