Chrysler, la società automobilistica ricondotta all’interno del gruppo Fiat, ha deluso gli osservatori del mercato statunitense. Secondo quanto affermato dal Wall Street Journal, infatti, le vendite della prima compatta prodotta dalla società negli ultimi sette anni (la “Dodge Dart”) sarebbero state ben più basse di quanto stimato. Un debutto che pertanto fornisce dei segnali estremamente negativi agli analisti internazionali, poiché l’eventuale successo del modello sarebbe corrisposto altresì al primo successo della visione di Marchionne di integrare Fiat nel partner americano.
E invece, le deludenti vendite della Dodge Dart causano “un problema al piano di rilancio del ceo Sergio Marchionne” – sostiene il Wall Street Journal – “costruito su forti vendite e guadagni di quote di mercato”. La prima compatta lanciata da Chrysler nell’ultimo periodo di sette anni era un testo molto importante (vedi anche Fiat vicina al 100% di Chrysler), ma a giugno e a luglio, i primi due mesi di collocamento sul mercato, la società ha venduto solamente 874 Dart. Considerando che la Civic vende più auto in un solo weekend, le considerazioni di base sono facilmente realizzabili in sfavore della strategia integrazionisti di Marchionne.
Il quotidiano economico finanziario americano sostiene altresì che la nuova versione dell’auto, la Dart Aero, non è ancora apparsa negli showroom dell’azienda statunitense. Eppure, qualche settimana fa, Chrysler aveva confermato che sarebbe stata disponibile nel corso del terzo trimestre. Sembra invece che l’appuntamento per lo start produttivo sia stato rinviato al quarto trimestre.
Dietro questo rinvio possono esserci diverse motivazioni, e non tutte a discapito della fiducia nel top management di Fiat e Chrysler. Evidentemente, le condizioni del mercato auto americano (e non solo – anche se per una parte sembrava che il mercato auto USA fosse tornato competitivo) non sono quelle ottimali per gli esperimenti e i nuovi vari. Eppure, il duo italo americano ha oramai avviato una nuova fase che non può essere interrotta con estrema semplicità e, di conseguenza, non si potrà che attendere novità nel breve termine sulla gestione strategica e operativa del comparto delle quattro ruote.