Il settore agricolo si sta dimostrando una vera e propria calamita per l’occupazione nel nostro paese: forse non si può proprio parlare di un ritorno al passato, quando tale comparto dominava nettamente le attività nazionali, ma secondo uno degli ultimi rapporti dell’Istat (Istituto Nazionale di Statistica), è stato in grado di registrare il maggior aumento per quel che riguarda i lavoratori dipendenti (oltre dieci punti percentuali), senza dimenticare il +2,9% relativo a quelli indipendenti. La crisi economica, insomma, c’è, ma non sta intaccando l’agricoltura da questo punto di vista.
I dati in questione si riferiscono al secondo trimestre del 2012, vale a dire il periodo compreso tra i mesi di aprile e giugno scorsi. Tra l’altro, le percentuali menzionate in precedenza diventano ancora più importanti se si pensa che il tasso di disoccupazione si è attestato sul 10,5%, con una crescita molto vicina ai tre punti percentuali rispetto allo stesso periodo di un anno fa. Secondo quanto sottolineato dalla Coldiretti, queste stime non sono altro che la conseguenza del boom fatto registrare dalle regioni settentrionali del nostro paese. Nel dettaglio, il Nord Italia ha messo a segno una crescita del 13,7%, mentre il Sud si è fermato al 3,5% di incremento.
Le maggiori preoccupazioni attuali per l’agricoltura sono senza dubbio rappresentate dal clima: le calde temperature e la crescente siccità non sono certo benefiche per i raccolti e la stagione autunnale rischia seriamente di lasciare senza lavoro molti giovani che si occupano proprio di questo, oltre che della vendemmia. Confagricoltura, invece, ha rivolto un appello al mondo politico, affinché l’occupazione agricola possa aumentare ulteriormente rispetto a quanto già sta facendo. Infine, non si può non menzionare l’intervento della Cia (Confederazione Italiana Agricoltori), la quale ha ricordato come il settore è ancora troppo frenato dagli eccessivi costi di produzione e dai prezzi all’origine che non riescono ad essere remunerativi.