Parmalat, la storica società di Collecchio operante nel settore alimentare e ancora in cerca di un piano di rilancio corposo, avrebbe intenzione di lanciare un piano di investimenti da 180 milioni di euro in tre anni. Un impiego che permetterebbe il pronto assorbimento di 120 lavoratori delle fabbriche destinate alla chiusura, che potrebbero pertanto trovare nuova occupazione all’interno del gruppo. Secondo quanto riportano i media, tuttavia, il piano non prevederebbe il salvataggio degli impianti di Como, Pavia e Genova, che potrebbero rischiare la chiusura.
Stando a quanto risulta a Radiocor, infatti, la società Lactalis avrebbe presentato un piano per l’Italia che prevede i già ricordati investimenti, per un arco temporale di tre anni. “Circa la metà di questa somma” – afferma il quotidiano La Repubblica nella sua edizione online – “andrà per gli impianti mentre la parte restante sarà sul marketing per sostenere le quote di mercato. Per i prossimi mesi, l’investimento principale sarà il nuovo impianto di latte uht (a lunga conservazione) previsto a Collecchio. Sempre nella cittadina parmigiana si lavorerà anche al restyling della Santal. Parmalat ha confermato, d’altra parte, l’intenzione di chiudere i tre stabilimenti di Como, Pavia e Genova, ma i sindacati sono fiduciosi di riuscire a trovare soluzioni per evitare impatti occupazionali”.
Il piano dovrà ora cercare di esser digerito dalle parti sindacali, il cui obiettivo ultimo è quello di azzerare l’impatto sociale dei 123 esuberi già dichiarati dalla compagnia. Ne consegue un calendario di incontri che collimerà nel meeting del 25 settembre al ministero del Lavoro, utile per definire l’avvio degli ammortizzatori sociali.
La speranza è, tuttavia, che entro due anni tutti i lavoratori vengano riassorbiti. “Per la chiusura dello stabilimento di Como” – ricorda infatti il quotidiano – “si pensa di dare ai lavoratori la possibilità di trasferirsi alla sede di Albano, vicino a Bergamo, e per quelli di Pavia si prospetta lo spostamento nel vicino impianto Galbani, sempre del gruppo Lactalis. Più complessa la
situazione dei 63 dipendenti di Genova: sei potrebbero restare in carico all’azienda per occuparsi della Liguria, per un’altra ventina si è fatta avanti un’azienda di logistica mentre per i restanti si sta ragionando sull’idea di una riconversione professionale. Per l’area dello stabilimento ligure, infatti, una società del mondo commerciale ha presentato a Parmalat una lettera di interesse dichiarandosi pronta ad aprire un megastore alimentare. I dipendenti di Genova potrebbero così trovare una nuova occupazione”.
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