I bond Cirio sembrano fare meno paura: l’ultima sentenza che ha riguardato il crack della società alimentare ha infatti avuto un esito positivo e importante per i consumatori coinvolti. Crescono di numero, quindi, le sentenze che si sono concluse con la condanna degli istituti di credito al risarcimento dei clienti per la carenza di qualsiasi informazione sui rischi e su cosa andassero a investire. L’ultimo caso di questo tipo si riferisce a due imprenditori che hanno beneficiato della difesa della celebre associazione dei consumatori Adusbef.
In pratica, la diatriba in questione ha visto coinvolti i soggetti in questione e Banca Toscana, con il Tribunale di Firenze che ha provveduto a condannare l’istituto alla restituzione di circa trecentomila euro per aver spinto ad acquistare i titoli obbligazionari della Cirio. C’è comunque da precisare che sono stati necessarie ben dieci anni per arrivare a un traguardo simile, ma l’attesa non è stata vana. La storia è presto detta. Gli imprenditori sono stati convinti dal funzionario di Banca Toscana a investire parte dei loro risparmi in titoli obbligazionari della compagnia alimentare, con la precisazione che si sarebbe trattato di bond del tutto sicuri e con un rendimento interessante.
Purtroppo, però, questo stesso funzionario aveva omesso completamente di ricordare come l’emittente, la Cirio quindi, fosse a rischio. In effetti, nel giro di pochi mesi l’azienda ha fatto crack e ben 35mila risparmiatori sono rimasti coinvolti: l’assistenza dell’Adusbef è stata fondamentale per percorrere questo lungo cammino che si è concluso negli ultimi giorni. Tra l’altro, i prodotti finanziari dannosi non facevano nemmeno capo alla Cirio, ma a una società collegata, vale a dire una finanziaria di diritto lussemburghese, altra informazione di cui gli imprenditori non erano al corrente. Banca Toscana doveva essere pertanto più prudente nell’offrire e proporre strumenti di tale tipo, mettendo in evidenza il grado di rischiosità e le conseguenze possibili.