Tanti anni di storia (tra le poche compagnie del nostro paese con oltre un secolo di vita) e una situazione attualmente difficile da decifrare: è questa la descrizione che si può fare al giorno d’oggi di Cattolica Assicurazioni, gruppo veneto attivo in campo assicurativo, immobiliare e dei servizi. Questa constatazione dipende essenzialmente dalla conferma del rating da parte di Standard & Poor’s. Secondo l’agenzia americana, infatti, la compagnia di Verona merita un giudizio pari a BBB, a conferma del fatto che non la si può ancora considerare una emittente di tipo speculativo.
In effetti, tale rating identifica il secondo livello della affidabilità “discreta” di un investimento, con lo 0,2% di probabilità di default entro un anno (la percentuale sale fino al 6,6% nel caso in cui si prenda considerazione un arco temporale maggiore, vale a dire quindici anni). Questo BBB identifica la solidità del business Danni, oltre alla posizione di Cattolica Assicurazioni nel mercato del nostro paese, definita come rilevante e competitiva. In aggiunta, la stessa Standard & Poor’s ha riconosciuto come importante la capacità della compagnia di Lungadige Cangrande di produrre dei risultati tangibili. Il problema, però, è che le prospettive in relazione ai prossimi trimestri (ci si riferisce quindi al 2013) sono negative.
Il perché di questa difficoltà si può rilevare nelle parole di due settimane fa da parte di Giovan Battista Mazzucchelli, amministratore delegato di Cattolica: a suo dire, infatti, il nostro paese non riesce a crescere dal punto di vista assicurativo a causa dell’inguaribile ottimismo degli italiani, la cui propensione a spendere per tutelare i beni è molto bassa. La crisi economica, poi, starebbe sconsigliando ai cittadini in questo momento una spesa assicurativa, con i tagli del bilancio familiare che cominciano proprio da quest’ultima. Chissà quale 2013 affronterà la società veronese, magari qualche prodotto innovativo nel ramo Danni potrebbe essere d’aiuto per i suoi business.