I primi nove mesi di questo 2012 non possono certo definirsi brillanti e positivi per Sorgenia: in effetti, la spa milanese, uno dei principali operatori del mercato libero per quel che riguarda l’energia elettrica e il gas naturale, deve fare i conti con una perdita netta superiore ai settantasette milioni di euro. Tra l’altro, questo dato finanziario stride ancora di più se si tiene conto del fatto che nello stesso periodo di un anno fa era stato registrato un utile di 13,5 milioni di euro, dunque si è verificata una inversione di tendenza piuttosto preoccupante. Una delle principali influenze sulla società lombarda per avere un declino simile è stata senza dubbio quella esercitata dalle svalutazioni per quelle attività esplorative che non sono andate a buon fine.
In pratica, si tratta di ben tredici milioni di euro che non potevano non essere determinanti da questo punto di vista. Per quel che concerne, poi, il fronte dei ricavi, c’è da dire che questi ultimi sono aumentati di 13,2 punti percentuali, senza dimenticare il margine operativo lordo, la cui contrazione è stata abbastanza evidente (-60,6% per la precisione). Un’ulteriore stima che è in grado di completare tale quadro è quella relativa all’indebitamento finanziario netto, salito a 1,92 miliardi di euro lo scorso 30 settembre. La stessa azienda ha fornito dei commenti specifici ai numeri appena elencati.
Anzitutto, la perdita non è altro che una conferma del trend al ribasso della domanda del settore elettrico italiano (una delle divisioni maggiormente colpite è quella termoelettrica), soprattutto a causa della recessione economica. I ricavi sono sì aumentati, ma Sorgenia ha risentito in maniera negativa dei rincari del tariffario del gas, oltre che dei maggiori oneri di congestione sulla rete elettrica. Il mercato è complesso, pertanto si stanno riducendo i costi di gestione e si sta anche pensando di vendere alcune attività non strategiche per ridurre l’indebitamento.