Sono gli studi professionali a mantenere ancora in vita e appetibile l’occupazione del nostro paese: la conferma è giunta dall’ultima analisi condotta da Confprofessioni, la confederazione italiana che raggruppa proprio le libere professioni. Gli studi in questione, infatti, stanno beneficiando di un contratto nuovo di zecca (le novità principali, come è noto, si riferiscono all’apprendistato), dunque non è un caso se il comparto ha messo a segno un vero e proprio record per quel che concerne gli occupati del primo semestre di quest’anno.
In aggiunta, lo stesso settore a cui si sta facendo riferimento è stato capace di creare più di diecimila posti. L’associazione ha ottenuto tutti questi dati grazie all’opportuno confronto tra le stime messe a disposizione dall’Inps sui lavori attivi e quelle sulle cessazioni, prendendo in esame il periodo temporale compreso tra il 1° gennaio e il 30 giugno di quest’anno. La settimana che si conclude oggi è stata utile proprio per presentare il rapporto, con una conferenza stampa dal titolo piuttosto emblematico, vale a dire “I professionisti di fronte al nuovo mercato del lavoro”. La confederazione ha organizzato il tutto anche per parlare dei vari aspetti che riguardano la riforma Fornero del mercato del lavoro, cercando di capire quali possono essere gli impatti sul mondo delle professioni.
Tra l’altro, è stato presentato il nuovo sito di aggiornamento su tale tematica e pensato appositamente per gli studi professionali. I sei mesi in questione hanno visto creare diversi posti di lavoro negli studi di avvocati, commercialisti, medici, notati, ingegneri e architetti, un vero e proprio volano per l’economia nazionale. Le assunzioni hanno sfiorato i 32mila impiegati, mentre gli apprendisti sono stati 6.135, segno che l’offerta può essere considerata tutto sommato buona. Le cessazioni lavorative, invece, sono state oltre 25.700 per quel che concerne gli impiegati e 2.500 tra gli stessi apprendisti, per un saldo che risulta essere dunque positivo.